Il cangiante Matteo, premier dei “renziani”

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi

Come un militare indossa una mimetica per camuffarsi e diventare invisibile al nemico, come il mimetismo di taluni organismi che, imitando gli altri, si adattano all’ambiente, anche Matteo tenta invano di confondersi con quel che lo circonda e far finta di nulla.

Quella di domenica è stata una sconfitta pesante, non tanto quella del Partito Democratico, che rimane un fatto di parte, la vera bastonata è arrivata a Matteo Renzi,  di persona personalmente!”, nel suo ruolo di presidente del Consiglio.

Rileggiamo la storia recente.

Due anni fa con fare “rottamatore”, come un fulmine a ciel sereno, nella quiete della politica italiana, allora nelle mani di un innocuo e non pervenuto Enrico Letta, arrivò la figura di Matteo Renzi, uno che, a quei tempi, parlava con gli italiani, con tutti gli italiani. I suoi interventi, il suo interesse era concentrato e diretto alla totalità dei cittadini, e raggiungeva nel cuore gli italiani, penetrandolo.

Dall’attimo in cui diventa prima segretario del PD e successivamente presidente del Consiglio, accade qualcosa, una mutazione, un cangiamento. Abbandona totalmente il dialogo con gli italiani, passando gradatamente, prima a parlare solo con la sinistra, poi solo con il PD, ed infine soltanto con i suoi, al fine di consolidare la sua leadership interna. Nel fare questo, nella sovrapposizione e confusione dei ruoli, è diventato il premier dei soli “renziani”.

Lapessima politica”, antica e moderna, si nutre di questa confusione, l’essere padroni di tutto consente di nascondere le difficoltà, inquadrare il nemico, dichiarargli guerra e vivacchiare verso le elezioni successive.

Lei, caro Matteo, non può dimenticare di essere il presidente del Consiglio dell’Italia intera. I problemi del PD non sono i problemi degli italiani.

Allo scopo di vincere la sua battaglia interna al partito, di parte, ha spesso utilizzato il ruolo di premier di tutti, della totalità.

In tutto questo è venuta a mancare la sua a capacità iniziale di dialogare con gli italiani.

È vero, le opposizioni, le peggiori di tutta la storia repubblicana, hanno scelto la strada del non dialogo e della “caciara”, ma gli italiani, i cittadini, cosa centrano con questa storia di potere?

Ritorni a parlare a tutti, alla totalità dei cittadini e ritorni ad essere il presidente del Consiglio italiano. Non ci serve il premier dei renziani.

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