La ballata dei numeri sulle elezioni amministrative

Il_Gattopardo
La scena del ballo ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti (1963)

Signori si balla…

Nessuno perde, al massimo qualcuno “appatta”. Dovrebbe cambiare tutto, invece non cambia niente. Ma non c’è da meravigliarsi questa è la politica, anzi la vita, nella molteplicità, nella diversità di valutare le “cose” si cela il vero mistero dell’esistenza.

Mettiamola così: l’imparzialità nell’interpretazione degli accadimenti si “blocca” al cospetto dell’utile personale.

I partiti, dai 5 Stelle al PD, i giornali di partito, dal Fatto Quotidiano all’Unità, i Ballarò  e i DiMartedì, i Corrieri e le Repubbliche, ognuno con la propria versione dei fatti, come se fosse per ognuno una favola diversa.

Ilbello della ballata” è che hanno ragione tutti. Si tratta di mezze verità, di un continuo appello alla teoria della relatività, ognuno rapporta il dato con quello più conveniente.

Se guardiamo alle amministrative, ai sindaci, occorre aspettare i ballottaggi, e il 19 può accadere di tutto, anche qualche giravolta.

Però, in occasione di ogni elezione, ogni qual volta i cittadini elettori entrano (votanti) o non entrano (astenuti) nella cabina elettorale c’è sempre un risvolto politico, il quale misura il rapporto tra l’elettore e le singole forze politiche, ma anche quello tra le istituzioni ed i cittadini.

Di cinque Stelle e PD abbiamo parlato nei giorni scorsi… veniamo alle ali.

Ora, il centrodestra, lacerato dalle divisioni, è facilmente “compattabile” basta uno schioccar di dita o qualcos’altro di Silvio Berlusconi è la “frittata” è fatta. Ma, considerato che il “tutto in uno” litigherebbe un giorno si e l’altro pure, meglio lasciarli all’opposizione, in attesa di tempi, leader e idee migliori.

Lasinistra sinistra”, solo quando si “centralizza”, snaturandosi, riesce ad ottenere risultati visibili ad occhio nudo, altrimenti serve il microscopio.

In ultimo c’è la questione di chi è rimasto a casa. Le motivazioni che spingono i “casalinghi” ad evitare la fatica dello “spostamento” da casa al seggio sono tra le più disparate, non è semplice catalogarli, tuttavia riportare questi cittadini alla politica è prioritario.

Invero, un ritorno alla politica vera sarebbe auspicabile per tutti, basta alzarsi dal “davanti la tv” e spostarsi nelle piazze.

I partiti non sono più capaci di gestire una società così complessa, da un lato il cittadino, molto più che nel passato, non è solo di sinistra e neppure solo di destra, dall’altro  partiti (renziani e non) e movimenti (stellati e non) hanno una priorità “raggiungere il potere”.

Ildisposto combinato” di questi elementi spiega la crisi della nostra società e della politica.

Chiaro, occorre “ripensare” una politica nella società.

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