
La ministra Maria Elena Boschi, bella quanto ingenua, è ricascata, sempre con tacco 12, nel tranello.
Tutto ha inizio con una dichiarazione a SkyTg24: “Se vince l’Appendino, Torino perde 250 milioni stanziati dal governo per creare il parco della salute…”, per poi aggiungere, che quei soldi arrivano solo se si realizza l’opera, e pensando che i 5 Stelle non intendono realizzarla, i soldi si perdono.
Finì a tarallucci e vino, come l’altra volta, quando Elena di Matteo disse: “I partigiani veri votano si”, precisando successivamente, che i “veri partigiani sono quelli che hanno combattuto”, ne nacque un finimondo, “come si permette a distinguere tra veri e finti i partigiani?”.
Alla ministra conviene iniziare con la prefazione e solo successivamente raccontare la “romanzina”.
A prescindere dalle narrazioni di Maria Elena Boschi, da noi accade che, qualsiasi confronto, su qualsiasi “tema della politica”, sia esso tra politici, tra giornalisti o tra il popolo sovrano, non avviene apportando argomentazioni valide al fine di comprendere la sostanza dei problemi, ma si punta esclusivamente alla “caciara”.
Tutto il dibattere si esaurisce nell’esposizione della propria posizione, propinandola come assoluta verità e bollando le tesi degli altri come insostenibili.
Questa cosa ci riporta indietro di millenni, ricorda i Sofisti.
Platone li considerava falsi sapienti, interessati al successo e ai soldi, più che alla verità.
E allora, ci rimangono le chiacchiere, meglio le minchiate.
#ripensiamolapolitica
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