L’ipocrisia del popolo sovrano

I soccorsi in uno dei centri colpiti dal recente terremoto
I soccorsi in uno dei centri colpiti dal recente terremoto

Umberto Eco, ne “Il nome della rosa”, s’inventò l’esistenza di un secondo libro della “Poetica” di Aristotele dedicato alla commedia. Andò perduto, distrutto.

Avendo le pagine avvelenate, tutti coloro che lo sfogliavano, leccandosi successivamente il dito, morivano. Tutto per evitare la diffusione della commedia, del teatro e della lirica.

Bene, capita spesso anche a noi.

Ci inventiamo delle storielle con le quali tentiamo di nascondere a noi stessi la verità delle cose.

Tutti sanno tutto, ma ognuno fa finta di nulla.

La balla cosmica di maggiore spessore riguarda il nostro rapporto con la politica.

La sintesi degli ultimi due giorni si può esprimere in questa frase: “adeguare le città a resistere agli eventi della natura”

Per questa operazione occorrono soldini, tanti soldini. Non abbiamo un euro, nè nelle casse dello Stato, nè nelle tasche di ogni singolo cittadino.

Ora, occorre rinunciare a qualcosa.

Noi, politica e popolo sovrano, non siamo disposti.

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