
PRIOLO – Un lavoro investigativo certosino, quello della Squadra Mobile di Siracusa e del Commissariato di Priolo per fare luce sull’omicidio del 24enne Alessio Boscarino avvenuto, come si ricorderà, nella notte di domenica 4 dicembre nei giardinetti di via Tasso nella cittadina industriale, poco prima delle 00:40, che ha già portato all’arresto di uno dei presunti autori del truce fatto di sangue, il 28enne Davide Greco.
Le indagini della Polizia, coordinate dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e dirette dal sostituto Margherita Brianese, non si erano concluse con il fermo di Greco ma erano, in particolare, indirizzate a ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima e ad individuare l’autore e i suoi eventuali complici.
Complici individuati nei fratelli Christian e Roberto De Simone, rispettivamente di 33 e 26 anni, che, secondo quanto emerso dalla raccolta immediata di importanti elementi probatori, la sera dell’omicidio, mezzora prima, avevano avuto un forte contrasto verbale, pare per la gestione dello spaccio nella zona, sfociato poi in una lite, proprio con Alessio Boscarino.
I due fratelli, vista la pressante azione sul territorio, anche con numerose perquisizioni, da parte degli investigatori, sabato sera decidevano di costituirsi presso il Commissariato di Priolo, accompagnati dal proprio legale l’avvocato Antonio Zizzi.
Nel luogo dell’omicidio, oltre ai cinque bossoli di pistola calibro 9×21, tre dei quali già all’inizio dell’agguato a Boscarino che aveva tentato la fuga ed era stato raggiunto da altri colpi d’arma fuoco, gli investigatori riscontravano la presenza di alcuni amici e conoscenti della vittima, che subito sentiti, fornivano indicazioni su uno degli autori del fatto di sangue, Davide Greco appunto.
Il giovane era stato visto allontanarsi dalla scena del delitto repentinamente e immediatamente dopo aver udito l’esplosione di colpi di arma da fuoco, e di lui erano state fornite informazioni su fattezze fisiche così come sui capi di abbigliamento che lui e gli altri responsabili dell’agguato indossavano quella sera.
Nella stessa nottata, venivano raccolte anche sommarie informazioni da tutte le persone che, a vario titolo, avevano trascorso la serata con la vittima, circostanza questa che consentiva di ricostruire nella totalità gli ultimi istanti di vita del giovane.
Ad avvalorare gli elementi raccolti dalla Polizia ci sarebbero state poi le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nell’area della scena del crimine, che consentivano di accertare come pochi istanti prima dell’omicidio, ed a meno di cento metri dal luogo dell’agguato, fossero transitati i fratelli De Simone e Greco, mentre si dirigevano sul luogo che sarebbe diventato, da li a poco, teatro del delitto.
Nel corso di una serie di perquisizioni e controlli, all’interno di un’abitazione di Davide Greco, venivano trovati gli indumenti indossati dallo stesso la notte dell’agguato.
Nei giorni successivi, infine, come detto, le perquisizioni e la pressante attività investigativa della Squadra Mobile e del Commissariato di Priolo, inducevano gli altri due complici di Greco, i fratelli De Simone, a costituirsi accompagnati dal loro legale.
Dopo le formalità di rito e la notifica dell’emissione della misura cautelare personale emessa dal gip Giuseppe Tripi, Christian e Roberto De Simone sono stati trasferiti nel carcere di Cavadonna.