
MELILLI – Dovrebbe fermarsi il trasferimento del “polverino” d’altoforno dell’Ilva di Taranto nell’area industriale del siracusano, nella discarica Cisma di Melilli, dopo le denunce delle associazioni ambientaliste, e l’annuncio della mobilitazione dei cittadini dei Comuni di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa, guidati dal don Palmiro Prisutto, il parroco della Chiesa madre megarese, che da anni lotta contro l’inquinamento nella zona industriale, e che recentemente ha testimoniato la presenza dei camion carichi del residuo della lavorazione dell’acciaio, trasferiti da Catania a Melilli senza tante precauzioni.
A darne notizia, da quanto riferisce il consigliere nazionale della Federazione dei Verdi, Giuseppe Patti, sarebbe stato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, lo stesso che mesi addietro, rispondendo ad una interrogazione della parlamentare siracusana del Pd, Sofia Amoddio, per il primo arrivo del polverino alla Cisma, aveva assicurato che non era inquinante e che, allora, il conferimento nella discarica siracusana era solo provvisorio. Un provvisorio, come si sa, che da qualche settimana è tornato a normalità con lo sbarco dei camion, non più nel porto di Augusta, bensì in quello di Catania.
Dopo migliaia di tonnellate già trasferite alla Cisma, il ministro Galletti avrebbe chiesto ai commissari dell’Ilva di sospendere il trasferimento del “polverino” nella discarica Cisma di Melilli.
«Ne siamo lieti – afferma Giuseppe Patti – ma la situazione temporanea che il ministro aveva preventivato circa 6 mesi fa, è stata totalmente disattesa, siamo oggettivamente preoccupati se anche questa richiesta verrà presa in seria considerazione dai commissari dell’Ilva, come la precedente. Chiediamo al signor ministro tempi certi su quando verrà sospeso tale trasferimento.
Chiediamo inoltre che iniziative intende adottare nei confronti dell’Ilva visto e considerato che il polverino non è stato trasportato in sicurezza ne tanto meno in trasparenza. La mobilitazione dei cittadini del quadrilatero industriale di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa – conclude il consigliere nazionale dei Verdi – guidati da don Palmiro Prisutto, non si deve fermare».