AUGUSTA – Il Ministero dell’Interno ha espulso, per motivi di sicurezza, un tunisino 46enne, sospettato di avere avuto collegamenti con il terrorista tunisino Anis Amri, l’attentatore di Berlino che causò l’uccisione di 12 persone, tra queste anche una giovane italiana, Fabrizia Di Lorenzo, ed ucciso la notte dello scorso 23 dicembre nello scontro a fuoco con due poliziotti nel piazzale della stazione di Sesto San Giovanni.
Il tunisino espulso è stato detenuto nella casa di reclusione di Brucoli, ad Augusta, scarcerato lo scorso 3 gennaio per essere trasferito ai CIE di Caltanissetta.
L’uomo è stato rimpatriato con un volo decollato da Palermo e diretto a Tunisi.
Durante la detenzione nel carcere megarese, il cittadino tunisino aveva manifestato un atteggiamento di aperta opposizione nei confronti del personale della polizia penitenziaria. In carcere aveva assunto un ruolo di leader tra i detenuti di fede islamica e di potenziale radicalizzazione.
Con quella di ieri sono già 136 le espulsioni dal 2015 ad oggi.
Secondo quanto reso noto dal Viminale, durante una fitta indagine e il monitoraggio all’interno delle carceri, sarebbe emersa l’elevata pericolosità sociale dello straniero “per i suoi atteggiamenti ultraradicali e per i suoi contatti con altri estremisti“.