Augusta e la provincia “scippate” della sede dell’Autorità Portuale assegnata da Delrio su parere di Crocetta a Catania

AUGUSTA – La città di Augusta e, nel suo complesso, la provincia di Siracusa, “scippate” della sede della Port Authority dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dal presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Il ministro Graziano Delrio ha infatti firmato il decreto che sposta a Catania, per i primi due anni, la sede dell’Autorità Portuale, dopo un lungo braccio di ferro che sembrava ormai chiuso, essendo chiara la legge che assegnava l’importante gestione del bacino portuale della Sicilia orientale al porto “Core”, ovvero quello di Augusta.

E così, un altro duro colpo per Augusta, dopo il rischio della perdita dei 67 milioni di euro dei finanziamenti europei (Pon reti e mobilità) relativi al potenziamento del porto commerciale, con la richiesta della Commissione europea al MIT della ridefinizione del progetto che prevede  che i finanziamenti vengano concentrati sull’ammodernamento della banchina esistente (e non un nuovo piazzale) e sul nuovo terminal container.

Indignazione da parte delle forze sindacali e politiche della provincia, dopo questa scelta voluta e forzata dalla Regione, che sulla questione ha parere vincolante, considerato che sino a qualche mese addietro, su interrogazione dei parlamentari siracusani, lo stesso ministro Delrio aveva assicurato, così come previsto dalle norme europee e dalla legge, che la sede della Port Authority sarebbe stata Augusta.

Dunque, in vista delle prossime scadenze elettorali, in particolare nazionali e regionali, sembra proprio che questa decisione sigli un accordo tra Crocetta e il sindaco di Catania, Enzo Bianco, che continua a parlare di lavoro sinergico con Augusta, che riavrà, si spera, la sede dopo i primi due anni.

La Port Authority di Augusta in cambio di un rilancio economico di Catania, ma a quanto pare non solo, visto che di Bianco si parla come del possibile candidato a governatore, mentre Crocetta cerca la sua luce in fondo al tunnel. Sta di fatto che questa scelta premia ulteriormente le aree forti delle Città metropolitane a danno delle aree più piccole.

«Esprimo tutta la mia delusioneha dichiarato l’on Sofia Amoddio, parlamentare nazionale del Pd, stesso partito di Crocetta, Delrio e Bianco – per la scelta di attribuire a Catania la sede dell’Autorità portuale del mare della Sicilia orientale. Ho seguito la vicenda porto di Augusta dal primo momento, interfacciandomi innumerevoli volte con il Ministero e ricevendo sempre risposte tranquillizzanti, ma qualcosa è cambiato negli ultimi giorni in favore di Catania. Le responsabilità sono ben chiare – sottolinea la parlamentare siracusana – e non possono essere attribuite ai deputati che si sono adoperati per fare in modo che l’autorità portuale venisse destinata ad Augusta. La responsabilità di questo scippo ai danni di Augusta è del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha forzato la mano e scelto inspiegabilmente Catania. La legge prevede che la sede della Port Authority debba essere individuata nel porto Core, quindi Augusta, ma prevede anche l’intesa vincolante con la Regione. Il presidente Crocetta – conclude Sofia Amoddio – ha volontariamente ignorato le caratteristiche dello scalo megarese, il suo ruolo di principale porto petrolifero italiano e la sua centralità lungo le rotte del traffico internazionale del Mediterraneo e adesso dovrà renderne conto ai cittadini della provincia di Siracusa».

Alquanto arrabbiato il presidente della Commissione Bilancio dell’Ars, l’on Vincenzo Vinciullo (Ncd), anch’egli rappresentato al governo nazionale e regionale, che parla di “vergogna” e chiama i cittadini alla mobilitazione.

«Siracusa e la città di Augusta vengono scippati dell’Autorità Portualesi rammarica Vinciullo –  e, attraverso accordi politici e personali, in contrasto con le norme comunitarie e italiane, fa sì che, unico caso in Italia, Augusta, porto Core, non sarà Autorità Portuale, mentre Catania, unico caso in Italia, pur non essendo porto Core, sarà Autorità Portuale. Di fronte a un provvedimento così iniquo, così ingiusto e così insopportabile da digerire, sento tutto il disgusto umano e politico che si può provare quando la legge viene calpestata da chi la dovrebbe fare rispettare, quando la legge viene derisa, quando la legge viene stuprata e violentata da chi, invece, dovrebbe adoperarsi affinché ciò non debba mai accadere. Disgustato, offeso, umiliato e ferito come la mia Terra, che dal governo regionale e dal governo nazionale ha subito l’ennesimo schiaffo, l’ennesimo torto.Sappia chi oggi plaude a questa evidente operazione di ingiustizia che oggi è il giorno della memoria, è il giorno in cui le vittime hanno avuto la meglio sui carnefici.Invito, quindi, i cittadini tutti a mobilitarsi, a ribellarsi e ad opporsi a questo atto di arroganza politica, perché – ha concluso Vinciullo – sia chiaro che non solo protesteremo e contesteremo, ma non ci sarà giudice in Italia a cui non chiederemo giustizia, a cui non chiederemo il rispetto della Legge, a cui non chiederemo l’applicazione delle norme comunitarie e nazionali, perché sappia il ministro Delrio che nel nostro Paese non vi è alcuno che possa definirsi “legibus solutus”, cioè al di sopra delle leggi e del diritto».

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