
AUGUSTA – Resta ancora alta la rabbia e l’indignazione delle forze sindacali e politiche del siracusano per l’inaspettato provvedimento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che priva Augusta, assegnandola a Catania, della sede dell’Autorità Portuale, contrariamente a quanto previsto dalle normative europee e dalla legge, che individua tale ruolo per i porti “Core”, qual è appunto il porto megarese.
Alla delusione espressa ieri dai parlamentari siracusani del partito di maggioranza, e della coalizione di governo, come Sofia Amoddio e Pippo Zappulla del Pd, ma anche il deputato regionale Ncd, Vincenzo Vinciullo che non ha mancato di chiamare i cittadini alla mobilitazione, dopo una breve pausa di riflessione è arrivato il commento della sindaca 5 Stelle di Augusta, Cettina Di Pietro, all’opposizione sia nel governo nazionale come in quello regionale, con quest’ultimo che, a quanto pare, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nella decisione di Delrio, essendo la scelta vincolata al parere proprio di Palermo.
La sindaca di Augusta si sarà prima confrontata con il suo compagno di partito, Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, che proprio ieri era ospite del Comune megarese, prima di puntare il dito contro il Partito Democratico, responsabile, a suo dire, ma così non potrebbe essere visto che guida il governo nazionale e quello regionale, dello “scippo” della Port Authority a favore di Catania, anch’essa a guida Pd con Enzo Bianco.
«La politica sovrasta la legge, calpestando Augusta – ha sottolineato la sindaca Di Pietro -. La sede dell’Autorità portuale deve essere Augusta. Se la politica, regionale e nazionale, tutte rappresentate dallo stesso partito, il Pd, ha deciso di sovrastare la legge ed il buon senso, non c’è altro da fare che mettere in moto ogni azione, anche legale, a tutela della nostra città e del nostro futuro. Non è una questione di campanile o di appartenenza politica, ma di rispetto della norma, la stessa norma che tanti esponenti locali dello stesso partito hanno brandito come bandiera e da cui mi aspetto forti prese di posizione, non solo a parole e sulla stampa, a difesa del territorio che rappresentano a Palermo e Roma. L’Autorità di sistema portuale – conclude la Di Pietro –non può essere merce di scambio politico elettorale».
Torna così in prima fila a difesa del suo porto, contrariamente a chi la accusava d’essersi defilata, la sindaca di Augusta, che lascia altresì intendere di voler impugnare il decreto Delrio.
Solo che nella stessa fila, a sentire le esternazioni e le dichiarazioni dei vari esponenti locali, dal segretario provinciale a quello cittadino, ai parlamentari, si colloca anche il Partito Democratico, così come le altre forze politiche, da Forza Italia al partito di Alfano.
Sapranno stare tutti insieme a difesa di uno strumento che di certo valorizza il porto di Augusta, e con esso lo sviluppo e l’economia dell’intera provincia siracusana?
Un interrogativo che con l’approssimarsi degli appuntamenti elettorali, amministrative, nazionali e regionali, difficilmente potrà avere una risposta verso la direzione auspicata, tenuto conto dello scontro politico in atto.
Salvare la Port Authority di Augusta presuppone, infatti, a differenza del passato, un’azione comune, ponendo quale priorità politica gli interessi di tutta la provincia siracusana, oltre che di Augusta, non certo quelli di bottega.