Ripristinare i diritti della minoranza all’interno del Consiglio comunale di Augusta a gestione M5S, chiedono 12 consiglieri

A destra l’on. Cirone Di Marco

AUGUSTA – Un intervento del Prefetto e della Regione per ripristinare l’esercizio democratico del Consiglio comunale di Augusta, è quanto chiede la parlamentare regionale del PD, Marika Cirone Di Marco, dopo le denunce dei 12 consiglieri di minoranza di varia estrazione politica, su quella che apparirebbe come una gestione “approssimativa e proprietaria” del Consesso civico da parte della maggioranza del Movimento 5 Stelle.

«Una battagliaafferma l’on Cirone Di Marcoimprontata alla difesa e valorizzazione dell’esercizio democratico nel Consiglio comunale. Così facendo, i consiglieri difendono il diritto dei cittadini che li hanno eletti a essere rappresentati nel luogo più alto della loro città. Accade infatti  che, calpestando regolamenti e diritti, affidandosi a  una gestione approssimativa e proprietaria, quel  Consiglio comunale si sia trasformato, o rischi di trasformarsi, in un meet up del Movimento 5 Stelle con il risultato di delegittimare l’Istituzione e indebolirla irreparabilmente. Questione seria, non rissa tra fazioni, questione che misura la concezione democratica di chi ha la funzione di rappresentanza e che sta alla base della vita delle istituzioni. Di questo valore – continua l’esponente del Partito Democratico – vi è piena consapevolezza nel documento diffuso dai consiglieri di minoranza e aldilà dei fatti specifici di quella comunità, esso  pone questioni di metodo che riguardano più ampiamente le relazioni politiche in un contesto democratico. Come tale esso merita attenzione e rispetto. Tirare la corda, rinchiudendosi in un ostinato rifiuto a raccogliere l’invito a  operare secondo “criteri di imparzialità'”, sarebbe la conferma dolorosa di un arretramento nel dibattito pubblico e nel confronto istituzionale. Di questo Augusta e la sua comunità – conclude Marika Cirone Di Marco – non possono sopportare il danno. In assenza di un ripensamento volto a riportare la normalità, non resta che la richiesta di un intervento del Prefetto o dell’Amministrazione regionale, la politica ne uscirebbe penalizzata».

 

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