“Siamo tutti Charlie Hebdo”! Qual è quel Dio o Profeta che si indigna per delle vignette satiriche, anche se irriverenti, come le ha definite qualcuno, e ordina l’uccisione dei suoi autori? Ebbene, nessun Dio o Profeta misericordioso, chiunque esso sia, può fare questo!
Né tantomeno gli uomini hanno l’autorità di armarsi e agire in Loro nome, ritenendo di fare giustizia per la sfrontatezza subita. Le debolezze sono degli uomini, ed alcuni, nel loro integralismo, non si affidano alla ragione e al dialogo.
Sono loro che si ritagliano, a misura, leggi, regole, e persino indignazioni, che nulla hanno di rispetto e tolleranza, di rapporti civili e di “amore per il prossimo”, attribuendoli a questo o al quel Dio o Profeta. Uomini vigliacchi e assassini, incapaci di qualsiasi confronto, che si nascondono dietro un “credo” ritenendosi nel giusto.
La storia ci ha lasciato tracce indelebili di questi passaggi, e continua, purtroppo, a lasciarne ancora oggi, nell’era delle grandi conoscenze e delle grandi scoperte, dell’informazione globale. Le vittime sono sempre le libertà di tutti e le vite degli altri!
Mercoledì 7 gennaio a Parigi, nell’attacco terroristico alla redazione del settimanale satirico, anticonformista, libertario, e se vi piace anche irriverente, Charlie Hebdo, vittime non sono state solo 12 vite innocenti, ma anche la loro, e io aggiungo “di tutti”, libertà di espressione e di pensiero.
Per chi fa il nostro mestiere di informare o trasmettere qualcosa agli altri attraverso le varie forme del giornalismo moderno o dell’arte, sa quanto sia fondamentale poter godere di questa libertà per poter, a nostra volta, garantire agli altri quell’altrettanto fondamentale diritto ad essere informati, fornendo tutti gli elementi necessari, anche di critica, che contribuiscono a far crescere “libere coscienze”.
Non vi può essere libertà critica, nel giornalismo così come nel vasto sistema culturale, con i kalashnikov puntati addosso: quello si chiama “regime”. Ed i regimi, come si sa, vedono proprio nell’informazione, nella satira e nelle libere espressioni culturali, un pericolo per il loro potere.
I giornalisti ed i vignettisti di Charlie Hebdo, al contrario, sin dalla loro nascita negli anni ’60, con coerenza e coraggio, sfidando gli attacchi “perbenisti”, e persino i kalashnikov, hanno scelto di difendere “le libertà individuali” di tutti noi. Quelle stesse libertà che ci permettono di condividere o meno anche le stesse battaglie del settimanale parigino.
Si! “Noi siamo Charlie Hebdo”!