Servizio idrico a Siracusa e Solarino, dopo mesi di attesa la Ligeam rinunzia

acqua_rubinettoSiracusa – Dunque, dopo mesi di attesa, dalla fine dello scorso settembre, quando venne aggiudicata la gara per il servizio idrico integrato nei Comuni di Siracusa e Solarino, vinta dal raggruppamento guidato dagli spagnoli della Dam, la “Depuracion de aguas del Mediterraneo”,  in società con le due imprese romano-siracusane, Ligeam e Onda, si riapre il problema dell’attivazione del servizio.

Servizio che al momento, non senza difficoltà, sta gestendo il Comune con i poco più di 20 operai a disposizione, mentre gli ex Sai8 sono in attesa e senza lavoro, e da domani iniziano lo sciopero della fame. Ottanta di loro (in tutto sono 146), infatti, dovrebbero essere assorbiti dalla nuova società che ha preso il posto della fallita Sai8 che però adesso si trova ad affrontare un nuovo problema di non poco conto.

Una delle tresorelle”, la Ligeam ha rinunziato all’affare di oltre 16 milioni di euro l’anno, tanto che il suo certificato antimafia non è arrivato a Palazzo Vermexio. Restano così solo la società madre, la Dam, e Onda, e tutti si chiedono se questo è regolare e si potrà procedere con l’attivazione di un servizio  su cui si è tanto discusso (gestione pubblica o privata?), e che aspetta di essere avviato da oltre quattro mesi. Il timore è che si torni al passato.

Comunque, una delle due società, di sicuro gli spagnoli, dovranno farsi carico della parte della Ligeam, anche se i dubbi restano.

«Sarebbe facile, oggi, dire “lo avevamo dettodichiara il Nuovo Centrodestra per bocca del deputato regionale, Vincenzo Vinciullo, e dei consiglieri Alota, Favara e Castagnino -. Ma non lo facciamo per il senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto in un questa vicenda, e perché teniamo alla gestione pubblica del servizio idrico e perché, come abbiamo sempre dimostrato, teniamo al futuro dei lavoratori. Per questo motivoconcludono rappresentanti dell’Ncd siracusano – ci asteniamo dal fare ulteriori considerazioni, cosa che adesso sarebbe facilissimo fare, e invitiamo tutti, dalla Regione all’ex Provincia, ai sindaci, a trovare soluzioni che siano coerenti con le leggi regionali e nazionali, e che, soprattutto, abbiamo come obbiettivo la salvaguardia vera, e non solo propagandistica, dei posti di lavoro e della gestione del servizio idrico integrato».

La partita resta aperta.

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