Borsellino Quater, la prima volta in aula del neo collaboratore Vito Galatolo ex boss dell’Acqusanta

leggeugualepertuttiCaltanissetta – Durante l’udienza di oggi del processo Borsellino Quater, Vito Galatolo ha parlato per la prima volta in un’aula di giustizia come collaboratore davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta.

L’ex boss dell’Acquasanta, ha già riempito pagine di verbale con le sue rivelazioni che hanno elevato i livelli di allerta al palazzo di giustizia di Palermo. È proprio lui, che avrebbe dovuto mettere in pratica il piano di morte per il pm del Antonino Di Matteo per ordine diretto di Matteo Messina Denaro.

A chiedere l’esame di Galatolo al processo sulla strage di via D’Amelio è stata la procura di Caltanissetta, che nelle scorse udienze aveva già depositato le sue dichiarazioni in merito.

Il picciotto dell’Acquasanta ha raccontato che nel periodo fra febbraio e marzo del 1992 venne contattato da Filippo Graviano e Vittorio Tutino. Ha dichiarato che i due boss gli chieserero di abbandonare il parcheggio che gestiva proprio nei pressi di via D’Amelio.

Qualsiasi cosa potra’ accadere, digli a tuo padre, che al mille per mille siamo coperti”. Queste le parole di Tutino riportate da Galatolo che fanno intuire agli inquirenti il riferimento al depistaggio messo in atto dopo la strage del 19 luglio che ha consentito ai Graviano di rimanere per anni fuori dall’inchiesta per l’omicidio di Paolo Borsellino.

In conclusione, Galatolo ha rivelato che dopo la strage Tutino gli disse: “Hai capito perché dovevate dare via il parcheggio? Io non potevo dirtelo allora, ma mi sarebbe dispiaciuto che rimanevate coinvolti”.

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