L’ex deputato di FI Giovanni Mercadante condannato a dieci anni e otto mesi per associazione mafiosa

Giovanni Mercadante
Giovanni Mercadante

PALERMOGiovanni Mercadante, ex deputato di Forza Italia della Regione Sicilia, è stato condannato a dieci anni e otto mesi per associazione mafiosa.

Il radiologo era stato condannato in primo grado, poi assolto in Appello. La Cassazione aveva annullato e rinviato alla Corte d’Appello per un nuovo processo. Ieri, è arrivata l’ultima parola dei giudici romani.

Dopo la conferma della sentenza definitiva di condanna da parte della suprema corte di Cassazione, Mercadante si è consegnato stamattina alla polizia penitenziaria del carcere palermitano di Pagliarelli.

L’ex deputato Mercadante, parente dello storico boss di Prizzi, Tommaso Cannella, secondo l’accusa sarebbe stato il medico di fiducia di varie cosche e il punto di riferimento dei boss mafiosi legati al mondo della politica.

Giovanni Mercadante era già stato indagato anche in passato ma la sua posizione venne archiviata già due volte.

Nel 2006, la svolta nell’inchiesta che portò al suo arresto.

A inchiodarlo sono state le intercettazioni ambientali realizzate nel box del capomafia Nino Rotolo. Negli incontri che si svolgevano in quel luogo, il nome di Mercandante è venuto fuori molte volte e sempre in relazione a questioni riguardanti affari illeciti.

A carico di Mercadante c’erano già varie testimonianze di numerosi collaboratori di giustizia come Nino Giuffrè, Angelo Siino e Giovanni Brusca.

Giuffrè ha raccontato di essersi rivolto a lui per alcuni esami clinici da far eseguire al latitante agrigentino Ignazio Ribisi, proprio su suggerimento del capomafia Bernardo Provenzano.

Uno dei più grossi favoreggiatori del padrino di Corleone”, così lo ha definito il collaboratore di giustizia Siino. E anche Brusca ne ha parlato come “persona disponibile”.

Per gli inquirenti, il medico-politico avrebbe fornito “il proprio ausilio e la disponibilità della struttura sanitaria della quale era socio – l’Angiotac – per prestazioni sanitarie in favore degli associati mafiosi, anche latitanti”.

In cambio, avrebbe ricevuto l’appoggio elettorale di Cosa nostra in occasione delle regionali in cui era candidato.

Pienamente inserito nel sodalizio criminoso”: questa la conclusione dell’accusa nei confronti dell’ex parlamentare di Forza Italia.

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