Gettonopoli: da Pericle alla “politica a pane e acqua”

atene-assembleaNel 450 a.C., anno più anno meno, Pericle, uomo politico di prim’ordine dell’Atene democratica, decise di “stipendiare” i cittadini che prestavano servizio per lo Stato.

Ebbene, il Movimento Cinque Stelle di allora, lo etichettò come il responsabile della degenerazione della democrazia. Erano soltanto avversari politici nella contesa per il potere.

Altri tempi, altra storia e, soprattutto, altri gettoni. Era solo l’inizio di un costante crescendo di stipendi, e si sa “tantu va a quartara all’acqua, ca si rumpi o si ciacca”, ed i cocci sono nostri.

La democrazia costa, ma quando questi costi sono eccessivi, avviene un ingolfo, come un motore a scoppio che scoppia, in Sicilia c’è un detto che recita così: “cu mancia sulu s’affuca”. Bene è accaduto che la politica ha “mangiato” da sola, al punto da affogarsi, e per potersi garantire questa abbuffata ha lasciato piccole molliche al popolo.

Ora, la matematica è una scienza, e se applicata alla società si erge nella versione “grandi numeri”, per cui l’abbuffata è stata generale, infatti, la somma complessiva delle piccole molliche di pane, riservate al popolo, ha determinato in uno, un bel pane di casa popolare.

E qui, calza a pennello un altro proverbio “siamo con un pane senza due mezzi”, come dire senza pane.

La soluzioneinventata” dalla politica, che ne sa una più di Archimede, è quella di cancellare le Circoscrizioni.

Ebbene, ovunque in Italia, per abbattere i costi nell’esercizio pubblico della politica, l’idea è quella di diminuire all’osso i percettori degli stipendi della politica.

Chiaramente si tratta di una proposta marketing, la solita, di quelle che piacciono al popolo e sono in grado di produrre consenso, esattamente come l’abolizione delle Province, di crocettiana memoria.

Come al solito non abbiamo il senso delle misure, ecco elevarsi a regola la celeberrima smisuratezza.

Scusate, le Circoscrizioni vanno aumentate almeno in ragione di una ogni duemila abitanti.

Da un lato sbandieriamo la partecipazione attiva dei cittadini alla politica e dall’altro si continua a non perdere alcuna occasione per accentrare il potere, altro che Pericle e la sua democrazia.

La domanda si impone come spontanea: Che fare?

Ecco, la proposta risolutiva su un piatto d’argento, una proposta populista e demagogica per abbattere i costi della politica, una proposta smisurata nel senso opposto rispetto al recente passato, nella direzione dell’eticamente corretto.

La politica si fa a “Gratis”, oltretutto nella sua versione originale è un servizio reso al popolo.

Una volta, ero piccolino, e non esisteva la diffusione di massa degli accendini, c’erano i fiammiferi. Un pacco da 100 costava, tipo 100 lire. Poi dissero abbattiamo il costo a 80 lire, ma con 80 fiammiferi, successivamente i fiammiferi rimasero ottanta, il costo ritornò a cento lire.

Questa è la politica, la grande abbuffata. Nella versione fetta di pane per i pochi, molliche per i molti. Le somme fanno un totale democratico, tanto al popolo, tanto ai politici.

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