PALERMO – Mancata manutenzione e monitoraggio di un’area che da 10 anni si sapeva alquanto franosa. Si ipotizza questo da parte della magistratura alla base del crollo del pilone dell’autostrada Catania – Palermo, la cui chiusura ha di fatto spaccato in due l’isola, con notevoli difficoltà di collegamento ed un danno incalcolabile per le attività produttive.
A ciò, come abbiamo scritto ieri, si aggiunge il mancato inserimento della Catania-Ragusa, che attraversa la zona nord del siracusano (Lentini e Francofonte), il mancato completamento della Siracusa – Gela, e tutta una serie di tagli e privazione, dalle ferrovie ai porti, che non aiutano certo lo sviluppo della Sicilia.
Intanto, sono enormi i disagi per raggiungere Palermo così come Catania e le aree interne, dall’unico percorso alternativo. In molti, pur allungando il percorso e pagando il pedaggio, stanno optando per la Catania – Messina – Plermo.
«L’interruzione dell’autostrada Catania-Palermo – ha dichiarato il presidente regionale di Cna Sicilia, Giuseppe Cascone – rappresenta un colpo durissimo per la Sicilia: temiamo che qualcuno nelle stanze del governo, sia a Roma che a Palermo, non abbia compreso fino in fondo l’effetto-domino che si ripercuoterà sull’economia, sulle attività produttive e sulla qualità della vita di moltissimi siciliani. Per non parlare delle notizie relative alle scelte del governo nazionale sulla Catania-Ragusa – aggiunge ancora Cascone – che non fanno altro che confermare le nostre preoccupazioni: la Sicilia è sempre più abbandonata a se stessa, con una rete viaria colabrodo e una rete ferroviaria assolutamente insufficiente e obsoleta».
Lo stesso Cascone, rivolgendosi poi al ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e all’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, ha sottolineato: «A questo punto siamo di fronte ad una vera e propria “emergenza mobilità” nel’isola, con pesantissime ripercussioni su molte categorie produttive. Al ministro Delrio e all’assessore Pizzo diciamo: assumetevi le vostre responsabilità e intervenite senza perdere un minuto di tempo, altrimenti vi renderete complici dell’ennesimo drammatico colpo alla Sicilia».
E sulla chiusura della Catania – Palermo, e il modus operandi di Anas e del suo presidente Pietro Ciucci si è occupato ieri su Rai 3 Report. E proprio di Ciucci chiede la cacciata il coordinatore nazionale di Green Italia, Fabio Granata.
«Incredibile che ci sia ancora Ciucci a dirigere l’Anas – afferma e si chiede Granata – Renzi e Crocetta gli confermeranno fiducia, alla faccia del cambia verso e della rivoluzione? Dopo aver dilapidato una enorme quantità di risorse in incarichi, parcelle, perizie di variante, progetti “quasi esecutivi” e finte inaugurazioni alla guida della Società Ponte sullo Stretto, l’ineffabile Ciucci si ritrova ora a dirigere l’Anas dei disastri e dei crolli con il sostegno del governo “cambia verso “di Renzi e di quello “rivoluzionario”di Crocetta. Credo sia il caso di riconsegnarlo agli affetti familiari e alle pensioni dorate che già percepisce».
Mentre la parlamentare regionale del partito democratico, Concetta Raia, componente della IV Commissione Territorio e Ambiente, chiede l’immediata convocazione in Commissione dei vertici dell’Anas, delle Ferrovie e dell’assessorato Infrastrutture «per conoscere qual è il piano di intervento che la regione siciliana dovrà predisporre per affrontare l’emergenza, perché di questo si tratta».
La Raia ribadisce la necessità che il Governo nazionale dichiari lo stato di emergenza, così come il Governo regionale inizi a monitorare la situazione, «al fine di prevenire rischi sia diretti, legati al territorio e ai collegamenti tra le due metà della Sicilia, che indiretti, sul fronte del trasporto delle merci e delle produzioni senza che vi possano essere ulteriori danni e speculazioni».