
Nuova strage di migranti nel canale di Sicilia. Un barcone con oltre 700 migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile dirottato nella zona, il King Jacob, ha recuperato solo 28 superstiti.
Un’imponente operazione di soccorso è tuttora in corso, coordinata dalla Guardia Costiera, alla quale partecipano unità navali e aeree della stessa Guardia Costiera, mercantili che sono stati dirottati in zona, ed inoltre mezzi aerei e navali della Marina Militare e della Guardia di Finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex, che come si sa ha preso il posto di “Mare Nostrum“, l’intervento efficace messo in campo dal Governo italiano, che ha salvato tantissime vite umane, eppure sottoposto a polemiche e a strumentalizzazioni.
Al momento sono una trentina i cadaveri recuperati dai mezzi di soccorso, ma il numero, purtroppo, è destinato a crescere.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annullato tutti gli impegni ed è rientrato a Roma per un vertice urgente, mentre il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, chiede un tavolo operativo di tutti i capi di Stato dell’Europa, proprio in Sicilia, per decidere misure ed interventi più incisivi nei soccorsi, per evitare stragi come quella di questa notte.
Eppure il campanello d’allarme era scattato già da tempo. Nell’arco di quest’ultima settimana, come dicono i dati, sono stati oltre 12 mila i migranti soccorsi. Ma non basta.
Secondo Carlotta Sami, portavoce delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unhcr, contro le tragedie di immigrati in mare serve un’operazione “Mare Nostrum” europea.
«La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata risposta – afferma la Sami -. Se il bilancio di questa ennesima tragedia sarà confermato il numero dei morti nel Mediterraneo negli ultimi dieci giorni arriverà ad oltre mille. Quella di oggi è una tragedia di proporzioni enormi che conferma la necessità di un intervento europeo che metta in campo mezzi adeguati di soccorso. Dalla Libia – ha ribadito la portavoce Unhcr – partono barconi pieni all’ inverosimile e quando questi lanciano la richiesta di aiuto i mezzi delle Capitanerie di Porto italiane impiegano troppo tempo per raggiungerli».
Come detto, nello specchio di mare dove si è consumata questa nuova tragedia dell’immigrazione, si sono concentrate le ricerche, per il recupero di eventuali altri superstiti e delle vittime, ad opera delle unità navali della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, della nave Bergamini della Marina Militare, alcuni mercantili in transito come il City Of Lutece, il Cave, e il Se Pantheae, unità della marineria di Mazara del Vallo e una motovedetta Marina maltese.