La fine del peggio non c’è

Beppe Grillo
Beppe Grillo

La politica italiana, da decenni, non è più in grado di produrre provvedimenti utili alla collettività. Questa caratteristica è da imputare, anche, alla spasmodica corsa al potere che accieca i contendenti, spesso in buona fede, direzionandoli verso un conflitto permanente.

L’arrivo dei 5 Stelle, da un lato ha accentuato questo aspetto e, dall’altro, ha introdotto un elemento nuovo, almeno dal dopoguerra. Propongono un monocolore, escludendo appoggi ed aiuti esterni di qualsivoglia natura, promettendo di mandare in galera tutti i presunti disonesti e ladri.

Ora, la regola non è chiara.

In principio sembrava una questione riservata esclusivamente ai politici, adesso, pare, investa l’intero popolo non grillino.

La questione legata a Vasco Errani sembra calare a pennello. Un individuo assolto dalla magistratura continua ad essere un sospetto disonesto, al punto che non può gestire il post terremoto. Mentre l’uomo ideale ed onesto potrebbe essere Beppe Grillo, un condannato.

La cosa riguarda i principi ed è delicata.

Quando esiste qualcuno che si pone al di sopra della legge, siamo fuori dalla democrazia, anche se a deciderlo è la maggioranza dei cittadini.

Non è banale ricordarlo, Adolf Hitler ha raggiunto il potere attraverso regolari elezioni e acclamato dal popolo nelle piazze, per la sua esasperata lotta contro il potere corrotto ed inconcludente, per altro nel bel mezzo di una crisi economica.

Tutto questo non vuol dire nè che l’Italia rischia una vera deriva autoritaria, nè che tutto va bene, anzi. Occorre riconoscere che spesso, proprio i grillini hanno ragione.

Però, se per risolvere un problema, di cui nessuno disconosce la gravità, si continua ad impastare mezze verità, verità, bugie intere e mezze bugie, per raccattare qualche voto… è solo l’inizio del peggio….

Vasco Errani, il Khomeinismo e la Democrazia

Vasco Errani, assolto nell'appello bis perchè il fatto non sussiste, si era dimesso da presidente della Regione Emilia Romagna
Vasco Errani, assolto nell’appello bis perchè il fatto non sussiste, si era dimesso da presidente della Regione Emilia Romagna

La vicenda politico-giudiziaria legata all’ex presidente della regione Emilia Romagna è un ulteriore dimostrazione di come oggi, nelle dinamiche della politica italiana, abbia un peso non indifferente la magistratura.

Ildisposto combinato” di due elementi determina, a partire dall’inizio degli anni ’90, l’avvio di una nuova stagione politico-giudiziaria, non molto diversa, sotto l’aspetto dei risultati dalle precedente.

Da un lato il risveglio della magistratura, non più sottomessa alla politica, dall’altro la nascita di una singolare ed inedita corrente di pensiero, composta da esponenti di rilevo tra politici, giornalisti ed intellettuali, che avoca a se una serie di espressioni, fino ad allora tipiche del popolo sovrano: “tutti in galera”, “colpirne uno per educarne cento”, “meglio un innocente in galera che un colpevole libero”.

Quella cultura del sospetto, che per Giovanni Falcone era l’anticamera del “khomeinismo

La questione non è la solita, quella del garantismo, che per altro rimane irrisolta e attiene la sfera privata, riguarda la sopravvivenza delle istituzioni democratiche.

Un potere dello Stato è in grado di indirizzare le sorti democratiche di un paese.

Non si vuole sostenere che la magistratura non debba o non possa indagare la politica ed i reati connessi, anzi, il problema è “l’escalation mediatica” allegata, che prescinde dai fatti, ma tende all’affermazione del “khomeinismo, spesso con lo scopo ultimo di conquistare il potere.

Di più. Stranamente questo sistema politico-giudiziario raggiunge risultati opposti a quelli sperati, infatti a pagarne le conseguenze, politiche e personali, sono proprio quelli che poi vengono assolti, infatti sono sottoposti alla gogna mediatica e costretti a dimettersi, mentre i “collusi” continuano per la loro strada. Qualcosa non va.

Se da un lato occorre rafforzare la lotta alla corruzione nella politica, dall’altro è indispensabile combattere con egual misura e tenacia gli “sciacalli”, siano essi politici, magistrati o giornalisti.

*****

Entra nell’archivio di “Aporie

 

RSS
Follow by Email
Linkedln
Share