Primo passo per le Unioni Civili, approvato ieri sera dal Senato l’emendamento alla legge Cirinnà sui cui era posta la fiducia

Monica Cirinnà
Monica Cirinnà

ROMA – Un piccolo passo nel lungo e faticoso percorso dei Diritti in questo nostro Paese di santi, poeti, navigatori, ma anche di politici “falsi moralisti” e “inquisitori”.

La legge sulle #unionicivili  va alla Camera (dove la maggioranza ha numeri più consistenti) dopo essere stata votata ieri dal Senato, con il voto di fiducia di 173 senatori del Pd,  Ncd e Verdiniani, 71 contrari, e con l’uscita dall’aula del M5S, quello che una volta era a favore e poi si è arroccato sulla questione del voto articolo per articolo, quindi, emendamento per emendamento, facendo saltare il voto sul “canguro” che avrebbe evitato altresì un rischio più che presente con il voto segreto.

Insomma, non è il massimo che si desiderava per un Paese civile, unico in Europa a non aver ancora legiferato in merito,  non è l’originaria proposta della relatrice Monica Cirinnà,  ma la legge sulle #unionicivili che regola i rapporti tra coppie di fatto, in particolare tra coppie omosessuali (ma anche etero), è un passo importante che si sforza di riequilibrare la bilancia dei Diritti per tutti i cittadini, così come recita la Carta costituzionale.

L’averla privata, con l’emendamento del Governo, del  nodo “stepchild adoptione” per l’adozione dei figli di uno dei partner della coppia, e di quel richiamo alla fedeltà, pur di avere il via libera dei centristi di Angelino Alfano (quello che ha affermato di aver impedito una “rivoluzione contro natura”, dimenticando che “contro natura” sono le leggi che non pongono sullo stesso piano tutti i cittadini, senza distinzione alcuna),  l’azzoppa un po’ e richiede una futura sistemazione, ma tutto il resto è presente: dal riconoscimento dei diritti di assistenza, reversibilità, assunzione del cognome, riconoscimento di “coniuge”, mantenimento, e così via.

D’altra parte, lo si sapeva che non era una passeggiata e che andava fatto tutto quello che era possibile fare per portare a casa una legge che si aspetta da 30 anni e che ci rende più civili, garantendo Diritti negati.

Così come, evitando di prenderci in giro, non dobbiamo dimenticare che, rispetto agli altri Paesi, noi italiani abbiamo un dirimpettaio “particolare“, il Vaticano (non a caso le forti fibrillazioni dei vescovi), con quello che ciò comporta anche nella cultura politica, e abbiamo nelle aule parlamentari molti “falsi moralisti” o “libertari” per quanto riguarda le loro persone ma “ultraconservatori” per i Diritti degli altri.

Insomma, un mondo variegato con il quale non è facile confrontarsi, in particolare in materia di Diritti.

Comunque, la strada è ormai intrapresa e non ci si può perdere in polemiche sterili che ancora una volta ci allontaneranno dall’obiettivo di garantire pari opportunità a tutti, e dagli altri problemi di questo Paese, ad iniziare dal lavoro che manca (al sud poi più che altrove), da una legge “giusta” sulle pensioni, e sul futuro dei nostri giovani.

Certo, quello che manca a questa legge non può essere dimenticato ma va sistemato al più presto. Nello stesso tempo, però, non dimentichiamo che, ad esempio, sulle adozioni alle coppie omosessuali, ci sono già molte sentenze in questo Paese, e quindi molta “giurisprudenza“, che di sicuro saranno di sostegno ad altre coppie.

Intanto, per capire meglio il risultato conseguito non fa male dare una lettura all’emendamento del Governo che ha raccolto l’intera ossatura delle legge Cirinnà (merito alla senatrice Pd di aver resistito con determinazione agli attacchi di questi mesi), sottoponendola, seppur con la fiducia (secondo Renzi necessaria quando l’ostruzionismo è solo teso a bocciare un percorso di civiltà come questo e non a miglioralo), al voto del Senato.

http://www.senato.it/ultresaula/allegati/File_1/MAXI_EM._1.10000.pdf

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