
PRIOLO – Il sindaco di Priolo, Antonello Rizza e i suoi legali all’attacco del senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Michele Giarrusso, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, che nei giorni scorsi aveva definito grave il rinvio di cinque mesi, ad ottobre, dell’udienza del processo “Qualunquemente”, che vede il primo cittadino, alcuni assessori e funzionari del Comune (19 in tutto) accusati di voto di scambio, corruzione e concussione.
Giarrusso ha annunciato di voler chiedere al ministro l’invio di ispettori per verificare i motivi del rinvio ad ottobre, con il rischio, a suo dire di andare incontro a prescrizioni.
A senatore del M5S, questa mattina, hanno risposto in conferenza stampa, i legali del primo cittadino di Priolo, gli avvocati Domenico Mignosa e Tommaso Tamburino, chiarendo che martedì scorso si è tenuta la prima udienza del processo, a cui nessuno vuole sottrarsi, quindi nessun “escamotage” sarebbe stato messo in campo, né tantomeno ci sarebbe pericolo di prescrizione, come lamentava Giarrusso, considerato che i fatti in questione si sono svolti tra il 2011 e il 2014, quindi ben lontani da possibile prescrizione.
Non solo, ma Mignosa e Tamburino hanno altresì precisato che il rinvio, così come previsto dalla legge “che Giarrusso che è anche avvocato dovrebbe conoscere bene”, hanno rimarcato, è stato disposto d’ufficio dal giudice perché uno degli imputati non aveva ricevuto regolare notifica.
«Siamo molto preoccupati per questa grave interferenza politica – hanno concluso Mignosa e Tamburino – che rischia di minare la serenità dei giudici. Detto ciò riponiamo ampia fiducia sull’operato dei magistrati del Tribunale di Siracusa, sottolineando che da parte del nostro assistito vi è stata e vi sarà la massima collaborazione per chiarire i termini della vicenda».
Il sindaco Rizza, nel confermare la massima collaborazione al fine di arrivare a fare chiarezza sui fatti contestati, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, rimandando al confronto processuale.