
SIRACUSA – Il Comune di Siracusa, a sentire stamani nella sala stampa di Piazza Minerva, il sindaco Giancarlo Garozzo, reduce dal suo viaggio in Cina, non sarebbe “il più inquisito d’Italia”, come sostenuto dall’opposizione, bensì “il più controllato d’Italia”, cosa ben diversa, dopo gli avvisi di garanzia che hanno colpito uomini della sua giunta (Alfredo Foti, mentre viene archiviata la posizione dell’assessore Valeria Troia), il suo ex capo di gabinetto (Giovanni Cafeo), consiglieri comunali che lo sostengono (Di Mauro, Palestro, Assenza, Sullo, Castelluccio), e ancora dirigenti e funzionari del Comune (Rosaria Garufi, Rosario Pisana, Loredana Caligiore, Caterina Galasso), e una serie di rappresentanti legali di associazioni e cooperative sociali, in merito alla gestione degli asili nido, degli impianti sportivi e dei servizi sociali.
Tutti argomenti che hanno un unico filone di partenza, le denunce fatte in questi ultimi due anni, dall’interno della sua maggioranza, dalla consigliera comunale Simona Princiotta, ex Lista Mangiafico poi transitata nel Pd (e dal gruppo sospesa), che se n’è assunta sempre la paternità.
Ma Garozzo, nel rinnovare la sua fiducia all’azione e al lavoro della magistratura in queste inchieste che stanno attraversando il Comune capoluogo, difende l’operato della sua Amministrazione e la scelta fatta di rompere un sistema, quello degli affidamenti e delle proroghe, generato in questo ultimo decennio da altri.
Nello stesso tempo, si dice convinto che “qualcuno” vuole “strumentalizzare politicamente” il lavoro della Procura, per questo crede non sia opportuno offrire il fianco a questi attacchi azzerando la Giunta (apertura però ad un “confronto“), come richiesto, per rilanciarne l’attività, da Alessio Lo Giudice, segretario provinciale del suo partito, il Pd, e da alcuni autorevoli esponenti dell’area riformista, ad iniziare dal parlamentare nazionale, Pippo Zappulla.

E proprio Zappulla lunedì prossimo sarà ancora una volta al fianco della “grande accusatrice” delle tegole giudiziarie che stanno cadendo dal Vermexio, Simona Princiotta, che ieri, rispondendo alle perplessità in merito alle anticipazioni stampa degli avvisi ancor prima di riceverli gli interassi, esternate dall’altro parlamentare Dem, Sofia Amoddio, avvocato, e dall’ex segretario provinciale e consigliera comunale, Carmen Castelluccio (che con il marito Pino Pennisi ha ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda del campus estivo per ragazzi disagiati, gestito da Zuimama dell’Arci), ha annunciato di aver consegnato alla Procura solo il 30% delle registrazioni tra persone interessate dei fatti, realizzate in questi anni.
Una sorta di “ammonimento”, o forse un “avvertimento” della Princiotta, che in passato (2008-2009) è stata anche e assessore nella giunta di centrodestra del sindaco Roberto Visentin, nei confronti dei suoi ex alleati ed ex compagni del Partito Democratico, il cui gruppo, come si ricorderà, l’ha messa alla porta.
E quello che si saprà lunedì, visto che la stessa consigliera ha annunciato di fare nuove rivelazioni e di far senire le registrazioni, di una vicenda che, giorno dopo giorno, appare sempre più “intrigata“.