SIRACUSA – Clima alquanto arroventato nella seduta di ieri sera del Consiglio comunale di Siracusa, e non tanto per la calda stagione estiva, ma per la tensione che ormai pesa sul Vermexio dopo la sfilza di avvisi di garanzia notificati nei giorni scorsi, a vario titolo, a consiglieri comunali in carica, assessori, dirigenti e rappresentanti di associazioni e cooperative, in merito alla gestione degli asili nido, degli impianti sportivi, servizi sociali e affidamenti.
Ieri sera il Consiglio doveva solo affrontare (l’affronterà questa sera) la questione del debito fuori bilancio di oltre 100 mila euro (101.940) scontato del 10% rispetto all’orinale 11 mila euro che il Comune deve alla Martifer Solar srl di Milano, che era stata esclusa dalla gara di realizzazione dell’impianto fotovoltaico nel parcheggio del palazzo di giustizia, ma che ha vinto un ricorso davanti al Tar di Catania per un profilo di illegittimità nella gara d’appalto.
L’importo riconosciuto per il lucro cessante e per il danno curriculare, visto che l’impianto è stato comunque realizzato pur conoscendo il “rischio” al quale si andava incontro (come sostenuto dal dirigente dell’Ufficio tecnico, Natale Borgione, per non perdere il finanziamento pubblico di 3 milioni di euro), dall’impresa che invece aveva vinto la gara (prima del pronunciamento del Tar), e che è stato concordato con la controparte, come detto, è di 101 mila 940,10 euro, a fronte di 111 mila 742,95 fissato dai giudici. La somma pattuita tiene conto della disponibilità del capitolo di bilancio ma a condizione che il debito venga riconosciuto entro il 30 giugno.
E invece, la seduta di ieri sera ha preso tutt’altra piega, un vero e proprio scontro tra i consiglieri e quella che viene definita la “grande accusatrice” delle vicende giudiziarie che si sono abbattute sul Vermexio, Simona Princiotta, la consigliera del PD esclusa dal suo gruppo consiliare.
La scintilla, è stata la presentazione da parte della Princiotta di una mozione di sfiducia contro il presidente Santino Armaro, per aver, a suo dire, disposto la distruzione di alcuni verbali.
La mozione sarà discussa nelle prossime settimane, ma intanto ieri sera, i riflessi delle vicende giudiziarie dei giorni scorsi si sono abbattuti sulla seduta, e il debito fuori bilancio è passato nel dimenticatoio, visto che poi è venuto a mancare il numero legale, e tornerà all’ordine del giorno nella seduta di questa sera alle 18:30.
Ma veniamo allo scontro. I lavori di ieri sera sono stati aperti da una dichiarazione del consigliere Elio Di Lorenzo che annunciava “chiusa l’esperienza dei Democratici per Renzi” per passare al Gruppo Misto.
Poi ha preso la parola Simona Princiotta per illustrare la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Armaro, chiedendone l’immediata discussione e chiedendo ad Armaro di astenersi dalla presidenza perché avrebbe potuto influire sullo svolgimento dei lavori. Nella mozione, si fa riferimento a una denuncia presentata il 14 aprile scorso dalla consigliera Princiotta su una presunta distruzione di verbali manoscritti dei lavori di due commissioni, distruzione che sarebbe stata concordata con il presidente Armaro e con l’ufficio di presidenza. Princiotta ha detto che la circostanza è stata confermata da una dipendente comunale chiamata a testimoniare.
Dopo la replica alla consigliera di Armaro, “non le consentirò di trasformare quest’aula in un tribunale”, il presidente ha tenuto una breve riunione con i capigruppo e al rientro ha invitato il segretario generale, Danila Costa, a leggere la norma dello Statuto sull’argomento. La mozione di sfiducia al presidente sarà discussa non prima di 10 giorni e non oltre 20.
A questo punto il confronto politico si è acceso quando si è occupato degli effetti delle inchieste giudiziarie. “In questo palazzo si fa politica e amministrazione e non si fa giustizia”, ha esordito Massimo Milazzo, il primo a prendere la parola, che poi ha messo in guardia sul tentativo di “scaricare tutto sull’anello più debole, cioè sul Consiglio comunale”. Per Milazzo, se una responsabilità si può addossare all’Assise, “che è fatta da persone per bene”, è di non avere sufficientemente controllato l’Amministrazione, invitando poi tutti a “occuparsi dei problemi della città” rispetto ai quali la Giunta ha delle responsabilità.
Per Cetty Vinci, la mozione di sfiducia andava discussa subito, sostenendo che ci sono precedenti in questo senso. Poi ha stigmatizzato l’operato della Giunta che “non gode più della fiducia dei cittadini” e non dà segnali di cambiamento. Critiche anche sulla gestione del Consiglio comunale, dove ci sono ordini del giorno che da due anni attendono di essere affrontati.
Salvatore Castagnino ha puntato il dito contro l’assenza del sindaco dall’aula. Dopo gli ultimi avvenimenti, ci si aspettava, ha detto, un confronto politico come atto di rispetto verso la città, anche in considerazione che all’ordine del giorno c’è un debito fuori bilancio causato dall’Amministrazione in carica.
Salvo Sorbello ha sottolineato la lunga pausa nei lavori dell’Assise, che “non si riunisce da 40 giorni”. Poi ha sollevato perplessità sui criteri che hanno guidato alcune concessioni lungo la costa per la stagione estiva, in assenza di un piano spiagge sul quale la competenza appartiene al Consiglio. Infine ha criticato il lungo ritardo nell’approvazione del conto consuntivo 2015.
Gli animi si sono surriscaldati durante l’intervento di Gaetano Firenze, che ha avuto un violento battibecco con la Priciotta. In particolare, il consigliere ha fatto riferimento alla dichiarazione resa da Princiotta nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso secondo la quale Gepa non avrebbe corrisposto somme al Comune per la gestione dei parcheggi negli anni scorsi. Per Firenze, non si può accettare che “in quest’aula si muovano accuse verso altri” perché accusare senza fare nomi è un “metodo mafioso”.
Nella parte più strettamente politica dell’intervento, Firenze ha chiesto, a tre anni dalle passate elezioni, un confronto in Consiglio comunale con il sindaco e la Giunta per capire verso dove la città deve andare.
Chiusa questa parte del dibattito, l’assemblea ha approvato i verbali delle sedute precedenti e poi è passata ad affrontare il debito fuori bilancio per il fotovoltaico del parcheggio del palazzo di giustizia.
Il primo a prendere la parola è stato Castagnino per chiedere un rinvio del punto al fine di discuterlo con l’Ufficio legale del Comune. Nella proposta di delibera, ha detto, non c’è traccia della transazione con la ditta e ciò espone l’Ente ad altro ricorso e ad altre spese.
Il segretario generale ha riferito che non si tratta di una transazione formale ma di un accordo tra le parti, ricercato dal presidente del Consiglio comunale, in forza del quale l’impresa concede una riduzione del 10 per cento a patto che il debito venga riconosciuto entro il 30 giugno, spiegazione sostenuta anche dal presidente della commissione Bilancio, Alessandro Acquaviva. In sede di esame della delibera, ha detto, è stata affrontata la questione con il dirigente dell’Ufficio legale che ha confermato l’iter e per tale ragione la commissione ha dato parere favorevole.
Sulla richiesta di Castagnino hanno insistito Milazzo e Vinci che, durante il suo intervento, ha chiesto la verifica del numero legale. I presenti in aula erano 18.