Come si fa morire uno degli angoli più suggestivi del territorio siracusano e di grande valore naturalistico: il Ciane

papiro_ciane
Il papiro che un tempo prosperava al Ciane

SIRACUSA – A proposito dello stato di degrado e di salute di uno dei luoghi più suggestivi, e di grande valore naturalistico, di Siracusa e della sua provincia, il Ciane, affidato alla cura di un Ente che piano piano si sta spegnendo nel ruolo e nei compiti che la legge gli affida, l’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio Comunale, per le note vicende di una rivoluzione mancata, quella del governatore Crocetta, e la lentezza di un’Assemblea regionale che non ha saputo in tempi brevi porre fine a tre anni di commissariamento e a garantire, assieme allo Stato, i fondi necessari per la sua sopravvivenza, riceviamo una nota sul Ciane dalla presidente di Italia Nostra, Lucia Acerra, e ben volentieri pubblichiamo, ritenendo che non si può far morire un angolo di paesaggio unico al mondo.

C’era una volta il Ciane…   
Le mitiche azzurre acque, decantate da poeti e scrittori, originate dal disperato pianto della ninfa Ciane, per non aver potuto impedire il rapimento della bella ninfa Persefone da parte di Ade, il dio degli inferi, che invaghitosi di lei la volle portare con sé nell’Ade, non esistono quasi più.

Le lacrime di Ciane sono state disperse e cancellate dalla dissennata gestione della Riserva di cui il sito è parte integrante. Costeggiare le rive del fiume dalla sorgente, passeggiata che offriva scorci stupendi di paesaggio incantevole e affascinante, significa imbattersi in cumuli di sterpaglie, vegetazione invasiva e canneti che hanno letteralmente fatto scomparire il piccolo corso del fiume meta di innumerevoli comitive di turisti che da sempre, estasiati dall’atmosfera di sogno, lo hanno percorso per ammirare anche la folta vegetazione di papiro, ora in molti tratti mancante, che lo fiancheggiava e che per secoli ha contraddistinto il luogo per la sua rarità botanica di unica colonia europea spontanea esistente.

Nell’osservare lo spettacolo indecoroso e avvilente che si offre ai nostri occhi, la rabbia e l’indignazione ci portano a considerare il grado della decadenza morale e culturale che in questi ultimi tempi sta distinguendo la gestione dei nostri Beni culturali, specie quelli di maggiore pregio per la tutela dei quali gran parte delle Associazioni e della società civile si sono spese da molti anni.

Ricordo la gioia provata per l’istituzione della Riserva Ciane-Saline alla cui realizzazione concorremmo tutte le Associazioni cittadine. E le grandi battaglie condotte per la tutela del papiro, quando il prelievo indiscriminato delle acque del fiume, ne avevano fortemente compromesse l’esistenza.

Fu lo studioso ricercatore K. Thopson, venuto dalla Nuova Zelanda su nostro invito, a chiarirci le cause del deperimento del papiro dovuto alla scopertura delle radici per l’incontrollato prelievo delle acque nelle varie stagioni. Allora riuscimmo a fermare il degrado!       

E ora? Da dove cominciare? A chi rivolgersi? La gestione è affidata alla Provincia regionale ora commissariata, l’Assessorato regionale all’’Ambiente ha in animo di non curarsi più delle riserve naturali, il Comune è senza fondi! Ma qualcuno dovrà pur dare conto di non aver fatto i dovuti controlli o segnalato quello che stava accadendo.

Bene ha fatto il Comitato Parchi e Riserve a rivolgersi alla Procura della Repubblica vista l’insostenibile situazione venuta a crearsi anche nella zona delle Saline, altro gioiello testimone di un’attività importantissima nell’economia cittadina dei secoli passati e quindi “Bene culturale” da curare e custodire per le future generazioni.

Invece lo spettacolo che si presenta agli occhi dei visitatori è desolante! Interventi milionari sprecati nella realizzazione di manufatti assolutamente fuori contesto e di scarsa qualità al punto che ora il mare ne sta decretando la demolizione con la quasi totale erosione delle fondamenta.

Per non parlare delle “caselle” per la decantazione delle acque che sono solo un ricordo per chi le conosceva prima. Eppure quanto avrebbe giovato alla conservazione del sito un intervento conservativo intelligente e un ripristino ,anche a scopo turistico, tante volte proposto, della produzione del sale! 

Con infinita amarezza si deve costatare che in effetti siamo proprio rimasti in pochi a difendere queste importanti memorie del nostro passato con interventi che da molti verranno giudicati utopistici. 

Siracusa città sul mare, che deve gran parte della sua storia alla sua posizione geografica e alla presenza della splendida baia naturale, antica pianura alluvionale che è il suo porto grande, dove si affacciano gli ambienti naturali di cui abbiamo trattato che attualmente si trovano in totale stato di abbandono, non può celebrare i suoi 2750 anni della sua fondazione senza intervenire affinché questi importanti segni della nostra storia possano continuare ad esistere per perpetuare nel tempo la loro mitica bellezza attualmente offuscata dall’’incuria e dal disinteresse da Istituzioni miopi e inadeguate“.

                                                                                                             Lucia Acerra
                                                                                                                                Presidente Italia Nostra Siracusa

Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Linkedln
Share