
PALERMO – Sulle presunte firme false e ricopiate per correggere il luogo di nascita di uno dei candidati nella lista del Movimento 5 Stelle alle amministrative del 2012 al Comune di Palermo, al centro nei giorni scorsi di un servizio de “Le Iene”, potrebbero prospettarsi ombre sulla legittimità della lista. A rimarcarlo oggi è stato il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, invitando i pentastellati a porre le scuse ai palermitani .
«La vicenda delle firme false per le amministrative del 2012 a Palermo – ha dichiarato l’on. Raciti – sta diventando un caso di imbarazzo nazionale per il Movimento 5 Stelle. Un caso che sta emergendo in tutta la sua evidenza e che svela la doppia faccia dei grillini: i palermitani aspettano le loro scuse per il modo in cui sono state calpestate le regole elettorali. Se davvero hanno falsificato le firme alla loro prima competizione elettorale nel capoluogo siciliano – conclude Raciti – chissà cosa saranno capaci di fare alle prossime elezioni regionali, ad iniziare dalla scelta del candidato presidente: una scelta che con ogni probabilità sarà “telecomandata” dai maghi del web, alla faccia della trasparenza e della democrazia partecipata».
Quanto rispolverato da Le Iene, come si ricorderà, era stato già oggetto di una indagine poi archiviata della Digos di Palermo, e riguarda le dichiarazioni di alcuni attivisti del M5S in merito alla presunta irregolarità della raccolta firma, in un primo tempo con tanto di firme originali, ben 2000, per la presentazione della lista alle amministrative palermitane e, successivamente, a quanto pare, ricopiate su nuovi moduli, e quindi falsificate, anzichè effettuare nuovamente la raccolta e la sottoscrizione delle stesse, nel tentativo di correggere il Comune di nascita di uno dei candidati, Giuseppe Ippolito (Corleone e non Palermo come erroneamente trascritto).
Questo quanto raccontato da alcuni testimoni ai microfoni della trasmissione televisiva, Vincenzo Pintagro e Francesco Vicari, a suo tempo attivisti cinque stelle.
A ricopiare le firme, stando sempre alle testimonianze, sarebbero state, come riportato anche da tutta la stampa, l’attuale parlamentare Claudia Mannino, che non ha voluto rispondere alle domande dell’inviato de Le Iene, e Samanta Busalacchi, possibile candidata a sindaco alle prossime amministrative a Palermo, che invece ha negato la ricopiatura.
Dal canto suo il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, ha invitato gli autori del servizio de Le Iene a depositare, così come hanno annunciato, le prove e il documento del quale sarebbero venuti in possesso. Lo stesso Di Maio ha dichiarato, inoltre, di aver provveduto a far ricercare dal suo staff, in merito alla vicenda Palermo, e consegnare ai Carabinieri per le opportune verifiche, una email anonima del 12 settembre scorso arrivata all’indirizzo della sua segreteria: «Si tratta di una email inviata da mittente anonimo e non firmata».






