
FRANCOFONTE – Il sindaco di Francofonte, Salvatore Palermo, messa al sicuro la certezza che non si raggiungeranno i due quinti delle firme, ovvero che nessuno dei consiglieri di opposizione firmerà la mozione di sfiducia che la consigliera di “Mille Papaveri Rossi”, Alessia Piccione, ha promosso e sottoposto ai suoi colleghi di Consiglio, per mancata attuazione e “violazione” del programma amministrativo proposto dal primo cittadino agli elettori, prende la parola e prova a rispondere alle accuse.
In particolare Palermo, provando altresì a ribaltare le critiche che gli vengono mosse sul fatto di non essere stato “in grado di rilanciare la città di Francofonte sul piano economico, sociale e culturale ma ne ha peggiorato la situazione con scelte scellerate sul piano economico, sociale e culturale con una assoluta mancanza di progettualità per il rilancio dell’agrumicoltura locale o di altri settori produttivi”, come sostenuto dalla consigliera di Rifondazione Comunista, risponde, indirettamente, anche alle accuse di questi giorni rilanciate dal locale meetup del Movimento 5 Stelle, che quella mozione ha condiviso, di cui ci siamo occupati (leggi).
E la difesa del primo cittadino di Francofonte, eletto con una lista civica ma che da tempo ormai amministra con il PD, partito al quale ha aderito recentemente, inizia proprio con un invito al dialogo ed al confronto, lo stesso che stranamente altri gruppi e organizzazioni gli contestano non aver mai attuato in questi anni.
Un invito rivolto alla promotrice della mozione di sfiducia nei suoi confronti.
«Ne parlo – esordisce Palermo – perché voglio cogliere l’occasione per rivolgere alla stessa consigliera l’invito a confrontarsi nelle sedi più opportune per individuare le soluzioni idonee a risolvere i problemi della cittadinanza; è questo, infatti, che rende utile e produttivo il rapporto tra un sindaco e un consigliere comunale, anche se di minoranza».
Ma tutte le rose, seppur belle e profumate, hanno anche le spine, e Palermo prova ad evidenziare quest’ultime mentre offre un tavolo di confronto.
«Suggerisco – aggiunge infatti – alla dottoressa Piccione, presidente della Commissione consiliare che si occupa di Agricoltura, di formulare proposte per risolvere la grave crisi del settore agricolo e mi permetto di farle notare che in tre anni tale Commissione non è stata riunita per formulare una, una sola, proposta».
Offerta, come si vede, la rosa con le spine sul lavoro della Commissione che dovrebbe occuparsi di Agricoltura, Salvatore Palermo, per sua stessa ammissione, non si sottrae al confronto di merito sulla mozione di sfiducia, e quasi in una sorta di “confessione“, percorre le difficoltà, ad iniziare da quelle finanziarie, al quale oggi sono sottoposti tutti i 390 Comuni siciliani, Francofonte compresa, evidenziando l’allegra gestione delle Amministrazioni che lo hanno preceduto.
«Si rimprovera l’Amministrazione di riuscire a fare solo l’ordinaria amministrazione – continua il sindaco – ma in un Comune che annaspa, come tanti Comuni siciliani sull’orlo del dissesto economico, in grave crisi finanziaria e di liquidità, l’ordinario ha quasi il sapore del miracolo. Tra l’altro, noi non ci saremmo assunti “la responsabilità di governare con le poche risorse a disposizione”, noi che da tre anni lottiamo con limiti economici che solo chi non vuol vedere non vede, noi che paghiamo le “cambiali” di chi ci ha preceduto governando da cicale, sacrificando all’altare della “bella” politica il nostro paese e le sue casse, noi che ci siamo assunti l’onere di inviare ai francofontesi anni di arretrati in materia di canoni e balzelli vari (con grande senso di responsabilità), diventando gli esattori di tasse ereditate dalle amministrazioni precedenti. Siamo stati costretti a farlo per evitare il dissesto finanziario che non porterebbe alcun beneficio alle prospettive di sviluppo della cittadinanza. Al tempo stesso abbiamo portato avanti, come una bandiera, la lotta agli sprechi; e intendiamo continuare in tale direzione».
Riscossione e lotta all’evasione, i volti di un’unica medaglia, resa più che difficile in Sicilia, dove poco meno del 50% è in grado di poter pagare tasse e tributi, come ci dicono i dati e i documenti di AnciSicilia, a causa del crescente disagio occupazionale ed economico, che sta alzando vertiginosamente l’asticella della povertà nelle famiglie, più che in altre regione, come conferma il Rapporto 2016 di Caritas sulla Povertà, pubblicato appena ieri.
«Siamo alla ricerca di soluzioni per ottimizzare il servizio idrico – annuncia Palermo -, rendendolo più economico ed efficiente; per rendere più efficiente ed economica l’illuminazione pubblica, per migliorare la raccolta e la differenziazione dei rifiuti. Siamo convinti, infatti, che l’unica soluzione per diminuire i tributi ai cittadini è quella di rendere più efficienti ed economici i servizi, eliminando ogni tipo di spreco. Ritengo opportuno far rilevare che abbiamo dovuto affrontare, quotidianamente, un contenzioso da paura, creato scientificamente da chi mi ha preceduto, che porta via risorse che potrebbero essere destinate al miglioramento dei servizi ed allo sviluppo, debiti che continuiamo a pagare, grazie a chi ha preferito firmare “cambiali” senza scadenza piuttosto che affrontare i problemi e cercare di risolverli, magari rinunciando ad un pochino di propaganda politica».
Un’analisi ed un tracciato, quello che prova a fare il sindaco, che, a quanto pare, non farebbero sconti e non lascerebbero margini di manovra. E in questo contesto, Palermo ammette di essere stato condizionato, da questo stato di cose, ad uscire dal tracciato del suo programma amministrativo, e qualche volta anche a lasciare, per affrontare una realtà che non immaginava, “in una visione romantica”, potesse raggiungere queste dimensioni.
«È vero, il mio programma prevedeva degli obbiettivi molto ambiziosi – ammette il sindaco Palermo -, avevo una visione romantica e, se possibile, grandiosa del ruolo del sindaco, obbiettivi grandi che si sono infranti nel muro della mancanza di risorse, della riduzione del personale, nella mancanza di tecnici all’interno degli uffici e di vigili urbani, nel muro della necessità imposta dalle nuove norme che regolano il bilancio comunale, il “bilancio armonizzato”, che mi costringono a fare i conti con i residui attivi (canoni e tasse non riscossi negli anni precedenti ma portati nei bilanci), che oggi rendono estremamente problematica la redazione del nuovo bilancio. Per non parlare della diffusa abitudine ad evadere i canoni per acqua e spazzatura, per anni tollerata. Come se non bastasse, siamo costretti a fare i conti con la riduzione dei trasferimenti nazionali e regionali, conseguenza dell’attuazione del federalismo, passati negli ultimi anni da circa sette milioni di euro a poco più di due milioni. Di fronte a tali difficoltà – conclude Salvatore Palermo – più volte mi sono posto la domanda se fosse il caso di continuare. Il rispetto verso i cittadini che mi hanno dato fiducia, i risultati comunque raggiunti e la speranza che altri problemi possano essere affrontati e risolti mi danno la forza per proseguire nel mio mandato».
Salvatore Palermo prosegue poi in un elenco di opere o di iniziative portate a compimento in questi tre anni di attività amministrativa: dall’area artigianale all’asilo comunale; dal piano di recupero del centro storico e Vas, all’incarico per il Prg; al completamento dei lavori per il depuratore (quello mai entrato in funzione) e la presentazione del progetto di ammodernamento; ai finanziamenti ottenuti con Patto per il Sud per il consolidamento del costone Gadera, la ristrutturazione della Chiesa del Carmine e l’adeguamento del depuratore; alla presentazione di alcuni progetti per ristrutturazione e consolidamento delle scuole; al progetto di risanamento di Piazza Garibaldi e via Spoto; a quello per la bonifica delle discarica di Contrada Passaneto; al completamento della metanizzazione; alla chiusura, con mediazione e transazioni, contenziosi, limitando al massimo i danni per l’Ente, sempre soccombente, per milioni di euro con aziende, professionisti, dipendenti comunali, fornitori e cittadini; e ancora alla realizzazione delle “Ecoputie” per la differenziata; all’attivazione di tavolo di lavoro e confronto sull’agrumicoltura; alla riduzione dell’Imu agricola; al non aumentare dal 2013 i costi dei servizi di acquedotto e rifiuti; all’attivazione di servizi nell’ambito sociale.
Insomma, il sindaco Palermo, al di là degli scontri della politica, la difficoltà di trovare o ritrovare i “codici comuni” del confronto, e le difficoltà finanziarie che colpiscono ai fianchi, crede ancora che la sua città, Francofonte, oggi «abbia la possibilità di invertire la tendenza e di rinascere culturalmente, socialmente ed economicamente», a condizioni però «che ognuno svolga bene il suo compito».