
Siracusa – Il danno è evidente, solo che non si sa ancora a cosa attribuirlo, se all’incuria, all’opera devastatrice di qualcuno, o addirittura alle piogge di questi giorni. Sta di fatto che la scalinata di accesso al portone di Villa Reimann in via Necropoli Grotticelle, dalla notte tra martedì e mercoledì, è letteralmente distrutta.
«Credo sia stato un raid vandalico. Una infiltrazione d’acqua, considerate anche le piogge dei giorni scorsi, non avrebbe causato un crollo simile».
Queste le parole di Marcello Lo Iacono che presiede “Save Villa Reimann”, il gruppo di associazioni cittadine che dallo scorso anno lancia l’allarme affinchè la bellissima Villa, dono di Christiane Reimann alla città di Siracusa, venga utilizzata per le finalità decise dalla nobildonna danese nel suo testamento.
«Non sappiamo se si tratti di un atto vandalico o dei risultati del maltempo di questi giorni che hanno aggravato il già cattivo stato di manutenzione dell’immobile – ha dichiarato il presidente della Circoscrizione Neapolis, Peppe Culotti – ma di sicuro l’attenzione della Circoscrizione Neapolis verso Villa Reimann resterà sempre altissima, auspicando al più presto un intervento concreto da parte di questa Amministrazione».
E l’Amministrazione, dal canto suo, ha fatto sentire la propria voce attraverso l’assessore alla Cultura, Francesco Italia, che ha assicurato, senza fissare un tempo, che la scalinata verrà ripristinata.
Ma il danno comunque è fatto, e l’abbandono di questi anni di una così bella struttura, con il suo giardino, nel cuore della città, la dice lunga. Ultimamente per rimettere in ordine il giardino ormai “infrasciamato”, come si dice da queste parti, è stato necessario un progetto straordinario d’intervento.
Da tempo, tra l’altro “Save Villa Reimann” cerca di accendere i riflettori e l’attenzione su questa bella struttura costruita nel 1881 con 35.000 mq di parco, con tanto di “giardino esotico” e agrumeto, che nel 1933 fu acquistata dalla nobildonna danese Christiane Reimann, che nel 1976 donò al Comune di Siracusa, affinchè la destinasse a “perenne sede di attività formative ed educative, manifestazioni culturali di rango universitario o di elevato interesse intellettuale, aventi lo scopo di contribuire al preogresso civile della città“.