Conflitto d’interessi all’Inda, il portavoce di Progetto Siracusa, Ezechia Paolo Reale, attacca la gestione di Giancarlo Garozzo

Paolo Ezechia Reale
Ezechia Paolo Reale

SIRACUSA – Riprende lo scontro delle scorse amministrative tra i due principali candidati a sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo del PD, eletto, come si sa, e Ezechia Paolo Reale, il candidato del centrodestra di Progetto Siracusa.

Oggetto del contendere è la Fondazione Inda, di cui è presidente il sindaco della città, e alcuni episodi che lasciano pensare ad un possibile conflitto di interessi tra un componente il cda, Walter Pagliaro, nominato consigliere delegato dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, ed uno dei registi della stagione appena conclusa Paolo Magelli, che ha curato la “Medea” di Seneca, e la rappresentazione della stessa al Colosseo a Roma, e curerà un laboratorio per l’Accademia del Dramma Antico.

In pratica Magelli, da direttore del Metastasio, affida la regia di uno spettacolo, per la stagione 2015-2016, al consigliere delegato dell’Inda Walter Pagliaro, e qualcuno dice, da questi ricambiato con gli incarichi appena citati, o viceversa.

Il tutto in momento in cui due inchieste della Procura hanno rinviato a giudizio per associazione a delinquere e truffa ben sette figure di spicco della Fondazione Inda.

Nei giorni scorsi il sindaco-presidente Garozzo aveva dichiarato: «E’ necessario capire cosa sia accaduto e non escludo a priori nessuna iniziativa a tutela della Fondazione. Ho appreso che Paolo Magelli guiderà un laboratorio per i ragazzi dell’Accademia d’arte del dramma antico. Se le notizie relative a questi presunti conflitti d’interesse fossero confermate sarebbero certamente, da un punto di vista quantomeno etico, di una gravità inaudita, perché in quel caso sarebbe stata tradita la fiducia e la buona fede dell’intero cda ma anche del ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini. Credo che sia anche interesse di tutto il consiglio d’amministrazione fugare qualsiasi dubbio sull’argomento e per questa ragione cercheremo di verificare ogni singolo dettaglio senza lasciare nulla al caso».

Le parole di Garozzo non sono sfuggite a Ezechia Paolo Reale, portavoce del gruppo di opposizione Progetto Siracusa,  che è subito intervenuto con alcune “premesse”, una “riflessione” ed un “suggerimento”.

«Sorprendono, ancora una volta negativamente, le dichiarazioni del presidente dell’Inda  Garozzoafferma l’avvocato Realesu una presunta questione morale che coinvolgerebbe i due registi Paolo Magelli e Walter Pagliaro. Tre premesse, una riflessione ed un suggerimento, anche se ha più volte sostenuto e dimostrato di non volerne accettare.

Prima premessa.

Il presidente dell’Indacontinua Reale -, contrariamente a quanto afferma nel comunicato, era perfettamente e direttamente consapevole che il regista Paolo Magelli avrebbe guidato un laboratorio per i ragazzi dell’Accademia. Con un comunicato stampa inviato dalla Fondazione Inda, almeno questo spero non a sua insaputa, il 22 settembre 2015 alle ore 10,58, infatti, si comunicava tale scelta con grande esaltazione all’universo mondo. Per i più curiosi ed i più distratti riporto testualmente il brano: “Il nuovo anno accademico vedrà tra le novità un laboratorio su Elettra di Euripide tenuto da Paolo Magelli, uno dei più quotati registi a livello mondiale, capace di ottenere un vero e proprio tripudio con Medea di Seneca messa in scena prima al Teatro Greco e poi al Colosseo”.

Seconda premessa.

Era il 27/4/2015precisa il portavoce di Progetto Siracusaquando lo stesso presidente Inda si affannava a spegnere fuochi sui dipendenti Inda, coinvolti in pesanti indagini finanziarie della Procura, invocando ogni possibile prudenza e rifiutando, di fronte a semplici avvisi di garanzia, anche una banale verifica amministrativa interna, dichiarando di voler attendere lo sviluppo delle indagini. E oggi, di fronte ad una semplice notizia giornalistica, più che legittima dal punto di vista del diritto di informazione, ma certo meno autorevole di un avviso di garanzia o di una richiesta di rinvio a giudizio, lo stesso presidente Inda si inferocisce al tal punto da cercare di “verificare ogni singolo dettaglio senza lasciare nulla al caso”?

Terza premessa

Per sapere di chi e di cosa stiamo parlandosottolinea Realee non rischiare di confondere i due registi con i tanti soggetti senza né arte né parte quotidianamente nominati dalla cattiva politica nei posti più disparati, è giusto brevemente ricordare a tutti che Walter Pagliaro, dopo il diploma all’Accademia d’Arte Drammatica e la laurea in Architettura a Firenze, diventa uno degli assistenti più promettenti  e interessanti di Giorgio Strehler nonché uno dei maggiori giovani registi del Piccolo teatro di Milano. Pagliaro ha diretto nella sua carriera i più grandi attori della scena italiana ed è divenuto un importante regista anche perché di lui, trentenne, si accorge il prof. Giusto Monaco affidandogli la regia di Filottete di Sofocle nel 1984. Paolo Magelli, direttore del Teatro Metastasio, Stabile della Toscana a Prato, è tra le maggiori personalità nel campo della regia sia in Europa che in America Latina. Vincitore, tra l’altro, del premio MESS, uno dei più importanti premi europei per il teatro, a Sarajevo, lo stesso di cui sono stati insigniti Susan Sontag, Bibi Anderson e Peter Schumann.  A lui si devono le più importanti trilogie sul teatro di guerra tratte proprio da Euripide. Che i due registi, quindi, continuino a lavorare con successo anche al di là ed al di fuori dell’Inda e che possano avere stima reciproca non allarma chi vive nel mondo normale, dove il merito, in particolare nel campo artistico e delle professioni, ha ancora un senso ed un ruolo.

La riflessione.

Sino a ieriè ancora Reale a parlare -, secondo i comunicati Inda, Paolo Magelli era “uno dei più quotati registi a livello mondiale, capace di ottenere un vero e proprio tripudio”. Che è successo di così atroce da far cambiare così radicalmente valutazioni personali  e posizioni garantiste al presidente Garozzo?

L’improvvisa amnesia sulla nomina di Magelli alla guida del laboratorio (a meno che, come per ogni politico che si rispetti, non sia stata fatta, completa di comunicato stampa, a sua insaputa) e l’anomalo doppiopesismo tra fatti gravi oggetto di indagini giudiziarie e fatterelli riportati dalla stampa locale (entrambi ovviamente tutti da accertare) costringe a pensare, dovendosi escludere una doppia personalità del dichiarante, che si sia piuttosto cercato di cogliere al balzo un’occasione per sbarazzarsi di un consigliere di amministrazione come Pagliaro, probabilmente scomodo e non allineato perché la sua professione lo rende libero da condizionamenti.

Non si spiega diversamente lo strano ed anomalo furore legalitario, di matrice crocettiana, che ha improvvisamente e per una sola volta colto il presidente Garozzo.

Mi chiedo: ma sono questi i fatti di “gravità inaudita” che affliggono Siracusa? E’ questa la questione morale dell’Inda? Ed oltre alla nomina di Magelli alla guida di un laboratorio per ragazzi dell’Accademia non c’è altro che meriti l’attenzione del presidente dell’ Inda e del sindaco della città? O avviene tutto a sua insaputa?

Il suggerimento.

Perché non inizia, come presidente dell’ Inda e sindaco di Siracusa, a pretendere che i due enti che dirige rispettino la normativa sulla trasparenza e sul contrasto alla corruzione facendo pubblicare sui relativi siti i dati obbligatori per legge. Le ha riferito il segretario generale del Comune di aver ricevuto dalla Autorità Nazionale Anticorruzione del presidente Cantone una contestazione, questa sì molto grave, sul mancato rispetto da parte del Comune della normativa sulla trasparenza, in particolare in materia di patrocini e contributi? Ha mai visitato la sezione trasparenza del sito dell’Inda, magari con l’aiuto del funzionario a tal fine nominato?

Ecco. Se almeno i siti web degli enti da lei diretti e guidati fossero in regola con gli obblighi di trasparenza – conclude Ezechia Paolo Reale -, magari tante cose non accadrebbero a sua insaputa ed anche i cittadini, come vuole la legge, potrebbero giudicare eventuali fatti “di gravità inaudita”. Il rispetto della legge sulla trasparenza e per il contrasto alla corruzione. Questa sì è una questione morale ancor oggi irrisolta a Siracusa. Altro che Magelli e Pagliaro, eccellenze nel loro campo evidentemente stonati e fuori contesto nella quotidiana mediocrità di una città mortificata».

 

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