
SIRACUSA – In merito alla vicenda del “presunto conflitto d’interessi” all’interno della Fondazione Inda tra il suo consigliere delegato Walter Pagliaro e uno dei registi, Paolo Magelli, che hanno già visto una breve dichiarazione del presidente della Fondazione e sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, e un duro intervento del suo antagonista alle amministrative, Ezechia Paolo Reale di Progetto Siracusa, dove all’interno emergono i contrasti politici così come quelli sulla gestione della Fondazione, arriva la controreplica del primo cittadino aretuseo, anche questa, com’è facile immaginare, con molte sfumature politiche.
«È bene chiarire che non ho mai messo in discussione né Paolo Magelli né Walter Pagliaro nel loro ruolo di registi – esordisce il presidente e sindaco Giancarlo Garozzo -. Ho appreso della nomina di Magelli, che ho personalmente apprezzato per il lavoro svolto nell’allestimento di “Medea” di Seneca sia al Teatro Greco di Siracusa che al Colosseo di Roma, solo dal comunicato diffuso dalla Fondazione. Il problema è che le scelte spettano al consiglio d’amministrazione ed è singolare che nessuno dei componenti del cda sapeva nulla di questa scelta.
Per quanto riguarda la questione giudiziaria che coinvolge l’Istituto nazionale del dramma antico qualcuno forse dimentica che la vicenda è già stata affrontata dal Consiglio d’amministrazione, la sede istituzionale all’interno della quale discutere di tutto quanto riguarda l’Inda. In quell’occasione, alla presenza dell’avvocato Bruno Leone, nominato dal commissario straordinario Alessandro Giacchetti e non dal sottoscritto, ci è stata suggerita la costituzione di parte civile e l’avvio di provvedimenti disciplinari. Due provvedimenti che sono stati immediatamente deliberati. Voglio anche ricordare che stiamo parlando di persone indagate ma mi viene da pensare che evidentemente l’avvocato Reale sia un giustizialista. Rispetto a un eventuale turn over tra i dipendenti, secondo quanto ci è stato spiegato dall’avvocato Leone, non è una strada percorribile sia perché sono solo in sette sia perché si rischierebbe un demansionamento che esporrebbe la Fondazione a contenziosi. Tutto questo accadrebbe in una fase, ricordo ancora una volta, in cui si parla solo di indagati.
In quanto al “furore crocettiano” – ribatte ancora Garozzo a Reale -, io non ne sono pratico, lascio a Reale questo privilegio anche perché è certamente più preparato di me considerando il salto acrobatico che ha fatto per una brevissima staffetta all’interno della giunta regionale con risultati che sono sotto gli occhi di tutti se si guarda al fallimento e alla brutta figura internazionale della missione Expo. Parlando poi di mala politica ricordo a me stesso che i cittadini stanno pagando ancora oggi i danni del Piano regolatore generale che porta proprio la firma di Reale. Le procedure per patrocini e i contributi sono curate dai tecnici e non dai politici esattamente come accadeva, con importi decisamente maggiori, quando Reale era assessore della giunta a guida Forza Italia. Oggi spendiamo un decimo in meno di quando lei era nella giunta comunale ma è anche vero che all’epoca l’Autorità nazionale anti corruzione non c’era. Probabilmente è un mio grande limite ma ritengo assolutamente inaccettabile la possibilità che si usi una nomina pubblica per fini privati ma evidentemente anche su questo aspetto abbiamo opinioni diverse con l’avvocato Reale.
Se poi la questione morale è legata al sito istituzionale del Comune (che ben poco c’entra con i presunti conflitti d’interesse all’interno del consiglio d’amministrazione della Fondazione Inda), ricordo a Reale che il portale è stato ereditato dalla mia amministrazione e che a novembre sarà inaugurato il nuovo sito web. Credo di poter tranquillamente affermare – conclude il presidente e sindaco Garozzo – che sulla scelta degli argomenti legati alla questione morale la pensiamo in maniera totalmente diversa. Un ultimo suggerimento mi sento poi di dare a Reale, la città si sente mortificata da interventi che offendono le intelligenze altrui, la invito a riflettere su cosa accadrebbe se un episodio di questo tipo, con possibili conflitti d’interesse, coinvolgesse un politico».






