
SIRACUSA – Che la litigiosità della politica siracusana non ha limiti è risaputo da tempo, basta andare a spulciare un po’ di storia passata, senza andare comunque molto lontano, anche ai giorni nostri nulla è cambiato.
Ne sono testimonianze i fatti e gli avvenimenti di questi ultimi mesi al Vermexio per rendersi conto di quanto sia difficile uscire dal “personale” per tentare di entrare solo in quello che dovrebbe essere il ruolo “politico” dei partiti e di chi ricopre un incarico elettivo e amministrativo.
Le inchieste di queste settimane, senza voler andare a disturbare il “passato”, sono la testimonianza di come “personale” e “politico” si intreccino a tal punto che poi diventa difficile separarne le file. Scenari di questa operazione, che la politica avrebbe potuto risparmiare ai siracusani, sono di certo il Consiglio comunale e soprattutto lo scontro interno al maggior partito della città e di governo, il Partito Democratico.
La storia è ormai vecchia: prima lo scontro e le spaccature tra le varie anime del PD per chi dovesse averne il controllo; poi la pace (leggi) con l’elezione di un nuovo segretario, Alessio Lo Giudice, anche se resta qualche linea di febbre per tornare alla normalità (leggi), con una consigliera, Simona Princiotta (da qualche giorno autosospesasi dagli organismi di partito per l’isolamento subito anche all’interno del gruppo), che da oltre un anno denuncia un sistema (non riferito al PD, ma complessivamente alla gestione del Vermexio) poco “chiaro” negli affidamenti di alcuni servizi (asili nido, telesoccorso, campo estivo per ragazzi disagiati); e gli interessi di consiglieri comunali nella gestione di quei servizi con l’aggiunta degli impianti sportivi.
Sta di fatto che la Procura della Repubblica apre più inchieste (leggi) su quanto denunciato dalla Princiotta e finiscono sotto inchiesta quattro consiglieri, un assessore comunale, due dirigenti, funzionari e qualche persona esterna al Vermexio.
Addirittura tra gli indagati anche il presidente del Consiglio comunale, Leone Sullo, per favoreggiamento nella campagna denigratoria e nelle pressioni messe in campo da chi interessato al “sistema”, per fare zittire la consigliera “monella”. Tanto che Sullo si dimette (leggi) ricevendo la solidarietà anche del PD (che non solidarizza con la Princiotta) lasciando il posto vacante e avviando, di fatto, la corsa a ricoprire quel posto su cui il Partito Democratico, unitariamente, prova a mettere il cappello con l’ex segretaria provinciale, Carmen Castelluccio, che per amore dell’unità, come si ricorderà, aveva lasciato l’incarico a favore di Lo Giudice.
La Castelluccio però nei giorni scorsi, dopo una veloce riflessione, si è apprestata a dichiarare di rinunciare a quel prestigioso incarico preferendo continuare a svolgere il suo compito da semplice consigliere.
«In questo contesto ritengo comunque di dovermi spendere più direttamente nella attività di semplice consigliere – ha infatti sottolineato la Castelluccio -, partecipando in prima persona al dibattito sulle questioni da affrontare, garantendo come ho sempre fatto il collegamento tra le istanze di cittadini e associazioni traducendole in proposte e atti concreti. È per queste ragioni che declino l’offerta fattami di riscoprire la prestigiosa carica di presidente del Consiglio. Ovviamente – conclude la Castelluccio – la mia decisone non è assolutamente condizionata dalle intimidazioni, minacce e avvertimenti di una consigliera comunale la cui azione e i cui metodi non rientrano nel mio modo di concepire il confronto politico, per tali farneticanti accuse provvederò in sede legale a tutelare la mia immagine».
Apriti cielo! La Princiotta toccata in prima persona, seguendo la tradizione che vuole che la politica a Siracusa si faccia a suon di comunicati dalle pagine dei giornali, non ha mancato di scoccare le sue frecce, facendo tra l’altro sapere di aver depositato altri atti e memorandum ai magistrati.
«Se quando la Castelluccio parla di intimidazioni e di minacce ricevute da me – risponde Simona Princiotta – si riferisce alle interviste e ai comunicati attraverso i quali le suggerisco di prendere un periodo di riflessione in quanto non le riconosco la caratura “etica, morale e legale” tale da ricoprire il posto da presidente del Consiglio, posso solo continuare a sostenerlo e riconfermarlo essendo libera di esprimere politicamente il mio pensiero. Aggiungo, anzi, che interrogata in questi giorni dalla magistratura inquirente, ho depositato dei rilievi (la cui fondatezza sarà valutata dall’autorità giudiziaria) inerenti la consigliera Castelluccio ed il di lei marito, Pino Pennisi, nell’ambito di accertamenti disposti in merito a contributi per l’intrattenimento dei bambini durante i campus estivi, e dovendo riferire e documentare la verità. Invito la Castelluccio a rendere dunque pubblica questa querela fatta nei miei confronti in modo tale da dare alla sottoscritta la possibilità di scegliere se controquerelarla, o rendere anzitempo pubblico quanto depositato presso l’autorità giudiziaria. Sul punto pertanto – aggiunge ancora la Princiotta – la invito a smetterla di strumentalizzare in modo subdolo le mie dichiarazioni cercando di apparire agli occhi della gente vittima di chissà quale intimidazione in quanto nessuna intimidazione e nessuna minaccia c’è mai stata, e soprattutto non credo che il vittimismo possa appartenere alla Castelluccio che fra le tante cose ha votato anche gli atti di indirizzo in materia di acqua in merito a cui la invito ad esibire il bando europeo così come ho già invitato il sindaco che però… fa finta di non sentirci dall’orecchio “acqua”. Ciò premesso, ho solo espresso, com’è mio diritto costituzionalmente garantito, una personale riflessione politica sull’attività fin qui svolta della consigliera Castelluccio e che a mio parere non le consente di accedere alla presidenza del consiglio comunale. Questo – conclude Simona Princiotta – non mi sembra sia vietato dalla legge. Ritengo, infine, che la Castelluccio abbia fatto benissimo a rifiutare l’incarico. Evidentemente ha forse seguito il mio consiglio ed ha ritenuto, seppur non esplicitamente, che la sottoscritta ha solo detto delle cose vere. Ora, se ha un minimo di coraggio renda pubblica la denunzia, o taccia per sempre».
Uno scontro, come si può leggere, che rende ancora più “torbide” le acque della politica siracusana anziché portare limpidezza nell’interesse dei cittadini.
Ancora una volta, come si diceva prima, si ha l’impressione che veramente non si riesca a distinguere il “personale” dal “politico”. Sempre che viaggino su binari separati.