CANICATTINI – Proseguono in tutta la provincia di Siracusa le iniziative e gli incontri della Cgil per presentare la propria proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a riscrivere l’ormai superate legge 300 del 1970, meglio conosciuta come “Statuto dei Lavoratori”, strumento importante per quanto riguarda le condizioni di lavoro, i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro, e la regolamentazione delle rappresentanze sindacali.
Da settimane assemblee e incontri dello Spi e della varie categorie si stanno tenendo nei 21 Comuni della provincia. Lunedì 14 marzo alle ore 17 è la volta di Canicattini Bagni con un incontro che si terrà nel salone del Gal “Val d’Anapo” in via Principessa Jolanda 51 (sopra l’aula consiliare), e alla quale prenderanno parte il Direttivo della Camera del Lavoro canicattinese guidato da Salvo La Rocca, e per lo Spi da Paolo Gallo, e il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi.
Una consultazione straordinaria dei propri iscritti e non solo, quella avviata in tutta Italia dalla Cgil che ha quindi come centralità una nuova legge di iniziativa popolare per la “Carta dei Diritti Universali del lavoro ovvero nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori”.
Un progetto teso a misurarsi con i cambiamenti intervenuti in questi quasi cinquant’anni di applicazione della legge 300/70 nel mondo del lavoro che, come sottolinea l’organizzazione di Susanna Camusso, “oggi vede molte disuguaglianze, discriminazioni e divisioni”.
Disuguaglianze che la Cgil intende affrontare attraverso il nuovo Statuto e la “contrattazione inclusiva”, affidando a quest’ultima, il compito di includere i soggetti che oggi sono esclusi dai diritti, come i precari, pubblici e privati, o i lavoratori degli appalti, e con essi tutto un mondo di lavoratori separati e differenziati dalla miriade di “forme di lavoro” e di contratti esistenti in Italia: subordinato, parasubordinato, autonomo. Quelli che spesso vengono definiti “atipici”, flessibili, precari, discontinui, finti o veri autonome, le famose partite iva, professionisti.
Diversità delle tipologie contrattuali che oggi hanno creato precarietà, svalutando il lavoro, “penalizzando vita e carriera di milioni di lavoratori e depauperando competenze e professionalità diffuse in virtù della discontinuità del lavoro”.
“Per questa ragione – sottolineano alla Cgil – oltre al contratto di lavoro a tempo indeterminato, si riscrivono le regole di quelle poche tipologie contrattuali in grado di soddisfare l’esigenze delle imprese: dai contratti a termine (ripristinando la causale e i limiti dell’utilizzo), alla somministrazione (che ridiventa termine), al part-time e all’apprendistato, si definiscono i parametri che qualificano le collaborazioni e si da dignità al lavoro autonomo”.
Insomma, tutti i lavoratori avranno gli stessi diritti, senza più limiti di personale (sopra o sotto i 15 dipendenti), in particolare quel “diritto d’espressione” garantito dalla Carta Costituzionale, e molto spesso disatteso nei luoghi di lavoro.
Una legge di iniziativa popolare che suona, altresì, come risposta alle recenti modifiche del mondo del lavoro volute dal governo Renzi con il Jobs Act, avversato proprio dalla Cgil, come spiegano negli incontri i suoi dirigenti sindacali, e che pertanto superi, tra le altre cose, quelle norme che nel nostro Paese hanno “colpito pesantemente l’equilibrio tra la legge e la contrattazione, tra poteri unilaterali e diritti collettivi: dal blocco della contrattazione nel pubblico impiego all’art. 8 che ha esteso la derogabilità a leggi e contratti, alle leggi che hanno moltiplicato il precariato culminate nel jobs act, leggi che hanno cancellato le norme sul contrasto al lavoro sommerso e minato il diritto a lavorare in sicurezza”.