PALERMO – Quasi tre anni di attesa, per una rivoluzione che non è mai iniziata, nonostante gli annunci, ed una legge pasticciata, personalizzata a seconda delle maggioranze del momento all’Ars, per abolire le Province, nel frattempo commissariate, ed istituire i Liberi Consorzi, che saranno guidati dagli stessi sindaci, e le aree metropolitane che, finalmente, dopo il voto di ieri, verranno guidate, così come in tutta Italia, dai sindaci dei Comuni capoluoghi.
È stata infatti approvata, finalmente, dopo le impugnative del governo nazionale, anche in Sicilia, quest’ultima modifica ad una legge che era già bella e pronta da tempo, la Delrio, e che poteva essere adottata in mezzora di lavoro parlamentare, e invece ci è costata quasi tre anni di attesa, giochi e giochetti dei vari gruppi, con un presidente della Regione che pensava di adattarla alla bisogna, ora contro questo o quell’altro sindaco metropolitano.
Appena 34 i voti a favore e 27 i contrari, con l’astensione del Movimento 5 Stelle, in una Assemblea regionale che ancora una volta ha tentato, con la scusa del voto segreto (tra questi anche frange renziane del Pd) di bocciare l’emendamento e prolungare l’agonia.
Comunque, adesso la legge è la stessa che nel resto d’Italia e al più presto i sindaci saranno chiamati al voto per eleggere gli organismi che guideranno i Liberi Consorzi dei Comuni, mentre i primi cittadini delle tre aree metropolitane, Palermo, Catania e Messina, si porranno alla guida di questo nuovo ente intermedio.
Il problema però, come sollevato da AnciSicilia, resta quello finanziario, considerati i tagli ai trasferimenti da parte di Stato e Regione non solo ai Comuni ma anche alle Province, arrivate ad oggi quasi al default.
Per i sindaci siciliani, insomma, vista anche l’ultima nota di AnciSicilia, non ci sarebbero proprio le condizioni per mettersi alla guida di un ente che nasce già moribondo. Salvo che lo Stato non trasferisca i tanti annunciati 500 milioni che dovrebbe alla Regione, la quota rca auto alle ex Province, e a sua volta la Regione, che da quell’orecchio pare non sentire, si adoperi per adempiere all’obbligo di trasferire le trimestralità 2015, le quote 2016, ed i fondi per i precari ai Comuni e ai nuovi Liberi Consorzi, per permettere a quest’ultimi di poter pagare gli stipendi, garantire i servizi ai disabili, eseguire le manutenzioni degli edifici scolastici e dare un “ritocco”, perchè di questo al momento si può parlare, alla vasta rete viaria di competenza.
Così tanto per incominciare.






