Noto – Com’era stato annunciato già lo scorso 10 ottobre a Licata in occasione dell’arrivo della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace, e l’incontro promosso assieme a Legambiente e Wwf, con il patrocinio dell’AnciSicilia, per la nascita del Coordinamento dei Comuni contro le trivellazioni a mare, lunghe le coste siciliane, tornano a riunirsi il 3 novembre a Noto i componenti del Coordinamento.
L’appuntamento, aperto alle associazioni, ai comitati ed ai cittadini, è fissato per le ore 16,30 nella Sala Gagliardi. Sarà così ribadita la totale contrarietà ai progetti di trivellazione (oltre a quello di Eni davanti alle coste di Licata, altri 13 progetti sono pronti per essere avviati nel Canale di Sicilia), così come all’art. 38 del decreto legge del governo nazionale, il 133/2014, il cosiddetto “Sblocca Italia”, che apre le porte alle trivellazioni.
A fare gli onori di casa a Noto ci sarà il sindaco Corrado Bonfanti, che con i colleghi degli altri Comuni che hanno aderito al Coordinamento, ai vertici di AnciSicilia e alle associazioni ambientaliste, rimarcherà le azioni individuate già a Licata, ad iniziare dalle delibere di Giunta e Consiglio che AnciSicilia ha chiesto di votare ai 390 Comuni siciliani, per rigettare in maniera concorde il via libera alle trivellazioni.
Un atto amministrativo per chiedere, altresì, al presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, di rivedere quelle norme del decreto, che hanno un impatto diretto sui territori e sul mare, e che estromettono i Comuni interessati dai processi decisionali. Il testo della delibera chiede inoltre al governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, di impugnare l’articolo 30 dello “Sblocca Italia”, in caso di conversione, davanti alla Corte Costituzionale, coinvolgendo anche l’Assemblea regionale siciliana.
Il decreto, dopo varie proposte di emendamenti e conseguenti rimaneggiamenti, se avrà la fiducia, verrà portato al Senato in seconda lettura, e convertito in legge entro l’11 novembre. L’appuntamento del 3 novembre a Noto, pertanto, servirà anche a sollecitare i Comuni che non l’avessero ancora fatto, di votare prima del voto finale del decreto, le delibere, per attestare la volontà di dare voce ai territori attraverso una protesta civile, composta e suffragata da elementi giuridici e tecnico-scientifici.