
PALERMO – La mancanza di un leader, com’era l’on. Lino Leanza che l’aveva partorita, spacca in due Sicilia Democratica, oggi “Sicilia Democratica per le Riforme”, impegnata in un processo federativo con il Pdr di Salvatore Cardinale, così come avrebbe voluto il parlamentare catanese recentemente scomparso.
Privi, dunque, dell’autorevolezza che poteva esprimere Lino Leanza, tre dei deputati regionali del gruppo, il siracusano Giambattista Coltraro, Luisa Lantieri e Carmelo Currenti, e la news entry Salvatore Giuffrida, hanno deciso di ammutinarsi e prendere il comando della nave.
Il primo atto è stato quello di revocare il capogruppo all’Ars, l’on. Totò Lentini, sostituendolo con Coltraro, cancellando, addirittura, in una assemblea con il presidente, il senatore Nuccio Cusumano, la decisione espressa lo scorso 25 settembre a Caltanissetta dal direttivo regionale di avviare il processo federativo col Pdr, in quella che sarà “Sicilia Futura”.
E visto che l’operazione è “ridurre gli avversari interni”, sono stati revocati, a detta dell’augustano Coltraro (ex Megafono), anche i due coordinatori regionali di “Sicilia Democratica per le Riforme”, il siracusano ed ex assessore regionale all’Agricoltura, Ezechia Paolo Reale, e Giacomo Scala. I
Insomma, Coltraro e compagni non vogliono fondersi con il soggetto politico di Cardinale e tenderebbero a mantenere la loro autonomia, ma la data per la presentazione ufficiale di “Sicilia Futura” è stata fissata, il 22 ottobre a Catania.
Dall’altra parte, invece, sia Totò Lentini che i due coordinatori regionali, Reale e Scala, supportati da tutti i coordinatori provinciali, continuano nel percorso di rinnovamento che anche Leanza aveva disegnato per il suo movimento, definendo “goffi tatticismi” le operazioni di Coltraro e soci, mantenendo il nome “Sicilia Democratica per le Riforme”, che gli antagonismi hanno riportato all’origine, ovvero senza quel “per le Riforme”, riconfermando capogruppo all’Ars, Totò Lentini, con i sempre fedeli Cascio e D’Agostino.
Sicilia Democratica si divide, si sdoppia, mentre l’area centrista, Udc e Ncd, al contrario da vita ad un unico gruppo “Alleanza Popolare” per tenere ancora in vita il governo Crocetta, abbandonato, a quanto pare, dai suoi ex fedelissimi del Megafono ed anche dal Pdr di Cardinale.






