
SIRACUSA – L’avevamo annunciato nei giorni scorsi parlando dell’assemblea provinciale del PD, convocata per lunedì scorso dal presidente Turi Raiti per discutere della “gettonopoli” di Siracusa (leggermente in ritardo rispetto anche alla modifica del regolamento delle Commissioni ed i tagli già decisi dal Consiglio comunale), che la colomba della “pace”, con tanto di ramoscello di ulivo nel becco, volteggiava sui dirigenti delle varie anime interne ai democratici.
D’altra parte, in periodo pasquale non poteva essere altrimenti, dopo i “detto e non detto” di questi giorni anche sulla stampa, anzi, soprattutto sulla stampa, visto che ormai la politica è diventata un affare mediatico.
E la colomba della pace alla fine ha portato sul tavolo della discussione la disponibilità alle dimissioni, anzi forse già presentate, della segretaria provinciale Carmen Castelluccio e la nomina di un “triunvirato”, in rappresentanza delle tre aree che oggi compongono il Partito Democratico siracusano (quella “ex bersaniana”, “area dem”, e “Innovazione” i renziani di Garozzo-Foti), nelle persone di Turi Raiti, Enzo Pupillo e Giovanni Cafeo.
Saranno loro, entro un mese, ad avanzare una proposta unitaria al partito per arrivare alla nomina “condivisa” di un nuovo segretario, considerato che “Innovazione” non ha mai riconosciuto gli esiti del congresso che poco meno di due anni fa portò all’elezione di Carmen Castelluccio. E a tal proposito si fa già il nome dell’ex assessore di area bersaniana della giunta Garozzo, Alessio Lo Giudice, attuale vice segretario provinciale del PD.
Dunque, dopo i messaggi di distensione diffusi in questi ultimi mesi da entrambe le parti, in particolare dal sindaco Giancarlo Garozzo e dall’ex sottosegretario Gino Foti, dopo l’ingresso in Giunta di un esponente dell’area Dem, Pierpaolo Coppa, la nomina di un ex bersaniano alla guida del partito potrebbe “miracolosamente” ricucire e guarire tutte le ferite, rimettendo al loro posto ogni pezzo del puzzle, con il ritorno negli organismi di tutte le componenti.
Così come a livello regionale, anche se li si è appena liberata la casella del presidente, occupata prima dall’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, dimessosi dopo essere scivolato sulla buccia di banana della visita ad Arcore per le primarie “miste” agrigentine.
Insomma, questa Pasqua 2015 sarà certamente ricordata in casa del Partito Democratico per la ritrovata unità. Anche se, come annuncia il parlamentare nazionale Pippo Zappulla, non tutte le nuvole sono state ancora allontanate affinchè ritorni a splendere “il sol dell’avvenir” come si cantava una volta a sinistra.
Tralasciando la parte nella quale anche i riformisti assicurano il loro contributo per ritrovare “il senso dello stare insieme nello stesso partito”, per “rilanciare il profilo programmatico del PD alla testa delle battaglie per lo sviluppo sostenibile, il lavoro, i diritti e la legalità”, e “promuovere ancora di più il territorio e un nuova classe dirigente, di giovani e donne, capace di tenere insieme esperienza e freschezza”, Zappulla indica due vicende importanti da affrontare, oltre Lentini, Carlentini, Melilli, Noto.
«Il PD non può continuare ad apprendere dalla stampa di rimpasti – afferma infatti Zappulla -, di nuovi assessori, delle nuove presidenze delle Commissioni. Garozzo ha il compito e la responsabilità, come sindaco e rappresentante di un’area politica, di dare importanti e inequivocabili segnali di discontinuità. Sia sul terreno programmatico e delle scelte concrete da assumere per la città che sugli assetti della giunta: o l’Amministrazione torna ad essere la giunta di tutto il PD e dell’intera coalizione o il sindaco si assumerà la responsabilità di avere fatto saltare il tentativo in campo. Lo voglio ribadire a scanso d’ogni dubbio ed equivoco, per quanto mi riguarda, e non credo di essere il solo; fino a quando non registreremo questi segnali valuterò di volta in volta la bontà delle scelte che saranno assunte, con spirito costruttivo certo ma autonomo e critico».
Uniti si, in pratica ribadisce l’on. Zappulla, ma ogni parte del corpo risponda agli stimoli di un’unica testa che si chiama PD. L’altra questione, su cui le varie aree si sono mosse in modo non uniforme riguarda le prossime Amministrative di Augusta, che finisce così il suo lungo periodo di “espiazione”, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e le dimissioni del sindaco Carrubba.
«Lì si combatte una battaglia difficile e insidiosa per il PD e l’intero centrosinistra e, come e più di altri posti – riprende Zappulla – non ci possiamo permettere errori e cedimenti sul terreno etico e morale. Il circolo sta lavorando per una candidatura unitaria ma se non dovesse essere possibile è chiaro che può essere utilizzato lo strumento delle primarie. In tal caso però bisognerà non esporre il partito alla partecipazione di soggetti che hanno già dato dimostrazione di avere inquinato precedenti primarie con rapporti inequivocabili con esponenti della criminalità e della mafia. Su questo punto non ci potranno essere ne sconti ne mediazioni possibili, ognuno si assuma e pubblicamente le proprie responsabilità».
Due questioni non di poco conto, quelle aperte da Pippo Zappulla, che di certo non faranno scappare la colomba della pace che continua ancora a volteggiare sul Partito Democratico, e a vegliare sui tre saggi che dovranno unificare e rilanciare, con la loro proposta, il partito.
Chi sa, magari una serena Pasquetta contribuirà ad analizzare meglio le questioni.






