SIRACUSA – Oltre 1000 ore di presunto assenteismo, per l’esattezza 1.114 su 2.538 di attività in 137 giorni, ovvero la metà delle ore che i 29 dipendenti ai quali, nel corso dell’inchiesta “Quo Vado” della Guardia di Finanza di Siracusa, la Procura della Repubblica ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini.
Per loro l’accusa è truffa aggravata, e per alcuni anche di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge. Quattro le sedi monitorate, dove vi sono strutture dell’ex Provincia, oggi Libero Consorzio Comunale, ma è in via Roma, da quanto emergerebbe, che si raggiunge anche l’85% di assenteismo in un mese, in particolare negli “spazi espositivi” dove risultano indagati i 16 dipendenti, ma non sono esclusi anche i loro colleghi del settore amministrativo.
Questi i nomi dei 29 indagati così come comunicati dalla Guardia di Finanza:
Paolo Bascetta, Corrado Caramagno, Corrado Corsico, Sebastiano Di Falco, Carmelo Fiordaliso, Fabio Furnò, Maria Grienti, Antonio Lucifora, Antonio Sambito, Sebastiano Scamporlino, Emanuele Schembari, Francesco Vacirca, Antonio Gulino, Maurizio Siringo, Fabienne Fichera, Lucia Di Benedetto, Amalia Ansaldi, Giovanni Battaglia, Angela Formica, Rosaria Capuano, Maria Ganci, Giuseppina Amato, Francesco Controsceri, Bruno Formosa, Antonella Lombardo, Cinzia Uccello, Gaetano Caruso, Francesco Signini, Maria Sicuso.
Il procuratore capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, in relazione alla condotta degli indagati e all’attività svolta dalla Guardia di Finanza non ha mancato di rilevare l’importante operazione di controllo della legalità che è stata posta in essere.
«Prosegue con determinazione – ha sottolineato il procuratore capo – da parte della Procura della Repubblica e in questo caso della Guardia di Finanza, l’attività di controllo della legalità nella pubblica amministrazione e quando c’è impegno e sinergia, i risultati arrivano. I presunti dipendenti infedeli saranno deferiti oltreché all’amministrazione di appartenenza per i profili disciplinari, ivi compreso il possibile licenziamento, in base alla nuova normativa, il c.d. decreto Madia (d. Lgs. n. 116 del 2016), anche alla Procura regionale presso la Corte dei Conti. Il procedimento di indagini ha messo in rilievo anche l’assenza completa di controlli interni. Un plauso va rivolto agli operatori della Guardia di Finanza per la professionalità e la riservatezza con cui hanno saputo portare a termine questa indagine».